Moavero avverte l’Austria: “Se chiude il Brennero se ne assume responsabilità”

La sferzata di Enzo Moavero all’Austria di Kurz, che vuole fare un ulteriore giro di vite anti immigrazione in frontiera, specialmente lungo i confini meridionali, con Slovenia e Italia.

Rimpallando perciò, anche a noi, altri migranti in cerca di casa.

“Il Consiglio europeo ha affermato che l’immigrazione è una questione europea, che serve uno sforzo condiviso. Se questo è lo spinto dovremmo entrare in una fase di cooperazione, ma la decisione dell’Austria di chiudere il Brennero sarebbe contro questo spirito. Allora chi la mettesse in atto se ne dovrebbe assumere la responsabilità” le schiette parole del ministro degli Esteri, chiacchierando con i giornalisti in occasione della visita di Stato in Lettonia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Moavero contro l’Austria

Moavero, dunque, da Riga ha aggiunto:“Abbiamo avuto un consiglio europeo molto difficile e complesso che si è chiuso con accordo unanime sulle conclusioni che per la prima volta danno una tela di fondo per la politica europea sulle migrazioni“. E ancora: “Il consiglio prevede una serie di azioni che pur essendo tutte sottoposte alla volontà degli Stati membri, se virtuosamente seguite porteranno l’Europa a affrontare l’immigrazione in maniera coerente. Se porteranno invece a una volontà di chiusura diventeranno un problema che l’Europa stessa dovrà affrontare”. Insomma, il messaggio a Vienna e al Cancelliere austriaco è forte e chiaro. E fa eco alle dichiarazioni odierne di Matteo Salvini, indirizzate sempre all’Austria.

Il ministro Moavero, infine, fissa gli obiettivi futuri:“La prossima tappa per l’Italia è lavorare sulle linee emerse dal consiglio europeo. Il nostro impegno è mirato a far sì che, come stabilito dal vertice di Bruxelles, l’Europa si impegni di più sul fronte degli aiuti economici e di sostegno alla pace nei paesi africani di origine delle migrazioni. Bisogna poi agire lungo le rotte di transito, creando centri di aiuto; poi ci sono le aree di imbarco e serve una collaborazione con i paesi costieri con la nascita di centri, con condizioni umanitarie dignitose. Non è facile, ma bisogna mettersi al lavoro”.

IL GIORNALE

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