Con Salvini al Viminale sbarcati più di 20mila migranti in meno

L’Europa non si rassegna: vuole che il governo italiano tenga i porti aperti per far sbarcare le navi che, cariche di immigrati clandestini, salpano dalla costa libica.

Criticando l’operato dei Paesi europei che stanno “ostacolando il loro lavoro mettendo così a rischio la vita di numerose persone”, la commissaria ai diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, li ha invitati a “fare pieno uso delle capacità di ricerca e di salvataggio disponibili, compresa quella delle navi delle Ong”. Matteo Salvini, però, non intende arretrare di un millimetro. Anzi, ha già bene in mente di dare un’ulteriore stretta a chi vuole il diritto d’asilo. Questa linea dura ha già iniziato a dare i propri frutti. L’anno scorso dal primo giugno al 3 luglio, con un altro governo (di sinistra) e un altro ministro (il piddì Marco Minniti), sono sbarcate ben 24.900 persone. “Quest’anno, dalla data del mio insediamento ad oggi, ne sono sbarcate 3.098 – esulta il ministro dell’Interno – il mio obiettivo è che ne sbarchino ancora di meno, il business dell’immigrazione clandestina è finito”.

Più di ventimila immigrati sbarcati in meno. E nel giro di poco più di un mese. “Con la Lega al governo e con Salvini al Viminale – fa notare il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli – è cambiato il vento nel Mediterraneo e che da quattro anni spingeva tutte le navi Ong straniere nei nostri porti”. Ieri la Open Arms è arrivata a Barcellona, tre settimane dopo che la Aquarius era approdata a Valencia. Dopo averli blindati per quattro anni, la Spagna ha finalmente iniziato a fare la sua parte aprendo i suoi porti. Non solo. Un’altra nave, la Lifeline, è ora attraccata a Malta e gli immigrati, che si trovano a bordo, stanno per essere trasferiti anche in Francia. “Fino ad un mese fa tutte queste navi straniere sarebbero venute dritte nel nostri porti e ci saremmo accollati tutti gli immigrati a bordo – continua Calderoli – ma adesso il vento è cambiato e sta passando un chiaro messaggio rivolto anche ai trafficanti di uomini ovvero che in Italia non si entra più”. Con quattro anni di ritardo, Salvini è riuscito, nel giro di un solo mese, a far cambiare rotta alle navi delle Ong e, soprattutto, a far capire ai partner europei che i porti italiani non possono essere considerati l’unica destinazione dei barconi carichi di clandestini. “Per la serie volere è potere – conclude Calderoli – evidentemente negli scorsi quattro anni volevamo prenderci più di 600mila clandestini…”.

In Europa, però, c’è ancora chi vorrebbe che l’Italia (e non solo) stendessero i tappeti rossi alle Ong che operano nel Mar Mediterraneo. La Mijatovic ha, infatti, accusato il governo Conte di ostacolare il lavoro delle organizzazioni non governative e di mettere “in pericolo la vita di molte persone”. Un’accusa profondamente condivisa dalla sinistra italiana che, da quando Salvini è entrato al Viminale, lo ha accusato di razzismo. I numeri, però, dicono un’altra cosa. L’invasione, che negli ultimi quattro anni è stata una costante dei premier di sinistra che si sono alternati a Palazzo Chigi, è stata fermata. Il pugno duro di Salvini ha obbligato gli altri partner europei ad aprire i propri porti e fare la propria parte nella gestione di un’emergenza che fino a un mese fa era in carico solo all’Italia. Nel Mar Mediterraneo si continua, tuttavia, a morire. E questo avverrò, come ha spiegato lo stesso leader leghista in più di un’occasione, finché l’Unione europea e la Libia non riusciranno a fermare, una volta per tutte, ogni singolo barcone che salpa tentando la fortuna per raggiungere il Vecchio Continente.

IL GIORNALE

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