Vittorio Feltri, soldi della Lega: vietano a Salvini persino di chiedere aiuto a Mattarella

di Vittorio Feltri

La Lega è accusata di tutto, manca solo che le attribuiscano qualche femminicidio. Succederà anche questo. Per il momento la magistratura, contro la quale non abbiamo nulla, ma ne diffidiamo un po’, si è limitata a disporre il sequestro di ogni conto corrente padano, portando via pure gli spiccioli alle camicie verdi, per motivi non chiariti.

Noi non siamo tecnici del diritto pertanto non mettiamo lingua nell’ oscura vicenda. Ricordiamo però che alcuni anni fa, l’ amministratore della Margherita, gemella del Partito democratico, si intascò la non risibile somma di 25 milioni eppure non cadde il mondo e neppure un petalo del candido Fiore presieduto da Francesco Rutelli. L’ incauto o furbo o malfattore contabile venne morbidamente perseguito e la partita si chiuse senza conseguenze giudiziarie per i dirigenti politici defraudati. Non si capisce perché, quindi, i leghisti – per una storia analoga – debbano finire in blocco sulla graticola della giustizia e addirittura privati di ogni sostanza indispensabile ad alimentare il movimento di origine nordista.

Gradiremmo spiegazioni, benché consapevoli che non ci saranno fornite.

Amen.

Ciò che però stupisce è la polemica accesa nei confronti di Salvini poiché questi si è rivolto a Mattarella onde chiedergli di occuparsi del caso. Il ministro dell’ Interno è stato sgridato in quanto, interpellando il capo dello Stato, avrebbe violato la Costituzione. Nel senso che i giudici si fanno i cazzi loro senza il permesso del signor Presidente. In questo c’ è del vero.
Tutti sappiamo che le toghe sono sacre e si comportano come credono, ti sbattono perfino in galera e, se poi risulti innocente, a loro non importa una sega: i loro errori non sono sanzionabili, a differenza dei nostri. Se ti girano le palle non puoi fermarle. I parrucconi sono dei e noi siamo dei coglioni. Una piccola obiezione.

Se Salvini bussa alla porta di Mattarella, e gli domanda perché tanto accanimento verso il Carroccio, non commette una scorrettezza, dal momento che il padrone del Quirinale non è solo un ospite della Repubblica italiana. È un fatto che egli sia anche il numero uno del Consiglio superiore della magistratura e avrà dunque titolo per ricevere una lagna del segretario di un partito.

Dov’ è l’ anticostituzionalità delle mosse di Salvini? Chi altro costui avrebbe potuto interpellare se non il massimo esponente della casta giudiziaria? Non c’ è ragione di attaccare Matteo, semmai bisognerebbe spiegargli in virtù di cosa gli sono stati sottratti impunemente tanti quattrini che appartenevano con legittimità ad Alberto da Giussano.

LIBERO.IT

 

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