Grotta Thailandia: l’operazione per salvare i ragazzi è partita, oggi fuori il primo
La diretta
di Francesco Battistini, inviato a Mae Sai
«“Oggi è il D-Day!». Il segnale è con uno dei walkie-talkie speciali, e viene dato al gruppo dei tredici sopravvissuti: «Siete pronti?». «Siamo pronti». Poi viene ripetuto ai genitori: preparatevi, dicono le autorità, è il momento. Tutti fuori dal campo base, ci siamo: «Dovete scendere per il sentiero e mettervi all’incrocio!», due chilometri sotto, l’ordine ai giornalisti non ammette discussioni. Comincia l’operazione recupero. Sono le nove del mattino, le quattro di notte n Italia, e l’accampamento nella giungla di Tham Luang leva le tende: alla larga, ragazzi, vanno a prendere i ragazzini. I temporali della nottata hanno fatto cambiare di nuovo idea, altro che finestra di tre o quattro giorni, se non ci si muove là sotto s’allaga tutto. È stato montato in fretta un telo di plastica che chiude la vista a telecamere e giornalisti, proprio appena prima dell’accesso alla grotta. Entrano due sub per turno, una squadra mista di thailandesi, europei, australiani d’una ventina tanto per cominciare, proveranno a estrarre un sepolto vivo alla volta. Nessun altro sarà lungo il tragitto, a parte alcuni medici di pronto soccorso.
L’acqua è stata in gran parte prosciugata con le pompe, dice il governatore di Changrai, Narongsak Osatakorn, e «si può fare per lo più a piedi». Per quanto, non si sa: ogni ragazzino ha una maschera facciale a ossigeno, una muta resistente alle asperità delle rocce, guanti rinforzati per potersi tenere lungo la sagola, il filo di Arianna steso per quattro chilometri e che dovrebbe portarli fino all’ingresso principale delle cavità. Sei-sette ore di fatica: prima delle 16 (le 11 ora italiana) non si prevede esca il primo ragazzo, ma probabilmente servirà altro tempo e una stima verosimile è intorno al tramonto thailandese (le 15-16 in Italia). Sempre che tutto funzioni, naturalmente, perché il recupero potrebbe durare dai due ai quattro giorni e sarà condizionato dalla pioggia, che si sta facendo più frequente. Il cielo oggi è più gonfio di nuvole che mai. «I ragazzi sono pronti a fronteggiare tutte le sfide», dice il governatore. È una missione quasi impossibile, dicevano stanotte alcuni sub, «ma si deve cominciare adesso o poi sarà del tutto impossibile». La pioggia ha lavato via tutti i dubbi, le divisioni, le taciute polemiche delle ultime ore fra i soccorritori: bisogna solo tirarli fuori, e presto.
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