Pd, Zingaretti: «Mi candido alla segreteria. Renzi non ascolta e non ha argomenti»
Nicola Zingaretti conferma: sarò in campo per la segreteria del Pd. Lo ha ribadito oggi rispondendo ai giornalisti a margine dell’assemblea del partito a Roma che ha eletto maurizio Martina segretario in vista del congresso che si terrà nel 2019 per scegliere un nuovo leader.
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«Ce la faremo se tutti ci assumiamo le nostre responsabilità – ha detto il presidente della regione Lazio -. Dobbiamo entrare in un tempo in cui sono importanti tutti, non a parole e con pacche sulle spalle – ha aggiunto – militanti, sindaci, assessori, un rapporto di comunità in cui tutti si sentono importanti. Bisogna dare all’Italia un segnale di cambiamento e di riaggregazione». «Se ce la farò posso promettere che la strada sarà lunga, ma combatteremo in ogni angolo d’Italia contro una deriva di questo governo contro gli italiani e alla fine torneremo a vincere, se ci crediamo tutti e ci mettiamo l’anima – ha continuato – abbiamo perso le politiche per motivi chiari, ma c’è anche chi facendo politiche diverse è riuscito a vincere» con riferimento alla sua conferma a governatore del Lazio di tre mesi fa.
«Il Pd si muove. Con fatica, ma finalmente si muove. Al bando ora ogni conservatorismo o nostalgia del passato con ricette che hanno fallito. Dobbiamo guardare avanti. Quando ci riusciamo il Pd vince, insieme a tanti altri, anche ora», ha poi scritto sul suo profilo Facebook Zingaretti, salutando come positivo il congresso prima delle europee. «Costruiamo in tutto il paese in maniera aperta “comitati per l’alternativa” per chiamare a raccolta chi vuole cambiare e ridare agli italiani un futuro».
«A me quello che più mi ha colpito dell’intervento di Matteo e un po’ anche mi è dispiaciuto è che alla fine non si predispone mai all’ascolto degli altri, delle ragioni degli altri. Per un leader è un grandissimo limite», ha poi sottolineato Zingaretti commentando il discorso di Matteo Renzi all’assemblea del Pd.
«Nostalgia Ds dice Renzi? Caricature di chi non ha argomenti», ha affermato ancora il governatore del Lazio. «Non si può andare avanti così, non si può tornare indietro con ricette del passato, siamo chiamati tutti a costruire una nuova strada per salvare e dare un futuro all’Italia – ha proseguito – sono ottimista che vinceremo questa sfida, sarà dura ma vinceremo. Mettere in campo un nuovo partito aperto alla società è esattamente quello che la stragrande maggioranza degli italiani si aspetta. Bando ai conservatorismi di chi fa finta di non capire che abbiamo perso perché abbiamo commesso degli errori, al bando l’illusione che si possa tornare indietro – ha detto ancora Zingaretti – al bando però anche la furbizia di chi dice non è successo niente».
«Dobbiamo smetterla di pensare che tutto ciò che non è Pd sono i nemici del Pd. C’è il Pd e possono esistere anche gli alleati di questo grandissimo partito», ha sostenuto ancora Zingaretti. «Non dobbiamo confondere l’orgoglio di partito con la presunzione di partito – ha aggiunto – dobbiamo mettere in campo una grande proposta politica e chiamare tutti a costruire un’alternativa. In questo non c’è nulla di antico. Noi dobbiamo proporre a questo Paese un’innovazione giusta, che crea giustizia».
«Noi ce la faremo se tutti ci assumiamo le nostre responsabilità. Dobbiamo entrare in un tempo in cui sono importanti tutti, non a parole e con pacche sulle spalle. Militanti, sindaci, assessori, un rapporto di comunità in cui tutti si sentono importanti», ha continuato il presidente della Regione Lazio. «Bisogna dare all’Italia un segnale di cambiamento e di riaggregazione – ha detto ancora Zingaretti – Se ce la farò posso promettere che la strada sarà lunga ma che ce la faremo e che combatteremo in ogni angolo di questo Paese contro una deriva di questo governo che è innanzitutto contro gli italiani, e alla fine torneremo a vincere, se ci crediamo tutti e ci mettiamo l’anima. Abbiamo perso le politiche per motivi chiari, ma c’è anche chi, facendo politiche diverse, è riuscito a vincere».
IL MESSAGGERO