Mentana su Facebook: «Farò nascere un quotidiano digitale fatto da giovani»

Mentana su Facebook: «Farò nascere un quotidiano digitale fatto da giovani»
Enrico Mentana, direttore del Tg de La7, annuncia su Facebook: lancerò un nuovo quotidian digitale. L’obiettivo, spiega il giornalista, 63 anni, fondatore del Tg5 e in precedenza una lunga carriera in Rai, è dare lavoro ai tanti giovani aspiranti giornalsiti «potenzialmente più che meritevoli» che «aspettano in piedi e senza garanzie». La nuova testata, di cui non anticipa il nome, si reggerà spiega – almeno all’inizio – con il contributo finanziario dello stesso Mentana, la pubblicità e con eventuali finanziatori «aziende o mecenati in grado di aiutare senza nulla pretendere».

«Ho preso una decisione – ha scritto Mentana -. Ho detto e scritto tante volte che noi della generazione degli anni 50 e 60 abbiamo potuto realizzare il nostro sogno di fare i giornalisti, quel che è ormai precluso anche ai più bravi tra i giovani di oggi. Ho cercato di spiegare perché si sia operata questa chiusura pressoché totale (peraltro simile a quella di tante altre professioni). Crisi della stampa tradizionale, crollo della pubblicità, abbattimento dei profitti per l’invalersi del web, costo sempre più alto del lavoro giornalistico già in essere in rapporto alle entrate degli editori, e tanto altro. Il risultato però è che noi siamo ancora seduti, tutelati da contratti che ci tutelano, ben pagati, con una cassa sanitaria autonoma e una pensione che ci aspetta. Fuori tanti giovani, potenzialmente più che meritevoli, aspettano in piedi e senza garanzie. E anche lettori e telespettatori sono come noi: del resto un prodotto fatto da sessantenni, con modalità novecentesche, è seguito per consuetudine, tradizione e simili coordinate politico-culturali da un pubblico in cui i giovani proprio non ci sono o quasi».

«Allora è giunto per me – continua il giornalista – il momento di fare qualcosa di tangibile: far nascere un quotidiano digitale realizzato solo da giovani regolarmente contrattualizzati, magari con la tutela redazionale di qualche “vecchio” a titolo amatoriale (ribaltando la logica dello stage!) che possa riaprire il mercato della scrittura e della lettura giornalistica per le nuove generazioni. Di mio ci metterò una parte del finanziamento e il contributo quotidiano di scritti che fino a oggi ho postato su Facebook. Se con contributi economici e pubblicità si reggerà, bene. Se – come inevitabile almeno all’inizio – sarà in passivo, ci penserò io. Se – come spero – diventerà profittevole, tutto l’attivo sarà usato per nuove assunzioni e collaborazioni. Se per motivi loro ci saranno aziende o mecenati in grado di aiutare senza nulla pretendere saranno benvenuti. Per la raccolta pubblicitaria sarà scelto chi farà l’offerta migliore. Chiederò all’ordine dei giornalisti e alla Fnsi quali possano essere le griglie normative e contributive più corrette e solo allora penserò a come avviare il reclutamento. Restiamo in contatto», conclude.

«Enrico Mentana ha sempre avuto la capacità di guardare al mondo che cambia con senso critico e cercando di governare il futuro anziché farsi travolgere. Condivido pienamente le sue parole», ha scritto in un intervento pubblicato da Formiche, Vito Crimi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria. «Davanti a una crisi pressoché inevitabile – ha detto il senatore pentastellato – puoi decidere di arroccarti nelle tue posizioni consolidate, chiedere che ci sia sempre qualcuno pronto ad aiutarti (lo Stato) oppure decidere di cogliere l’occasione per lanciarti in nuove imprese. Quando parlo di “efficacia” del finanziamento pubblico all’editoria, mi riferisco proprio a questo: alla capacità di accompagnare un intero sistema a rinnovarsi e adeguarsi ad un mondo che cambia, ed è li che lo Stato deve entrare, contribuendo e accompagnando, non solo con l’aiuto economico, ma fornendo anche strumenti normativi idonei e al passo coi tempi». «Auguro a Enrico Mentana – conclude Crimi – che il suo progetto, che si affianca a tanti altri già avviati, porti una ventata di aria fresca in questo mondo».

«Caro Direttore, noi ci siamo. E ci siamo per due motivi. Perché invertire la rotta dell’occupazione in favore dei giovani e dei talenti è il nostro imperativo, parallelo al supporto delle professioni gravate dalla crisi. E perché, esattamente come lei, e come l’Italia tutta, sentiamo forte l’esigenza di un’informazione in grado di interagire anche con i più giovani, che prima ancora di diventare il nostro futuro, sono già il nostro presente. Giovani che non possono, non devono restare al margine della realtà. Come per la moda, l’artigianato, la manifattura e le startup, quest’Assessorato potrà adoperarsi per trovare locali adeguati ad ospitare la sua nuova redazione per facilitarne il lancio». Lo ha scritto su Facebook l’Assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale, Carlo Cafarotti. «Sarebbe il nostro contributo strutturale, concreto e fatto di mattoni, alla libertà di un giornalismo che non debba essere gravato dall’onere della ricerca di una struttura ospitante. Una professione al servizio dei cittadini e di nessun altro. Senza padroni né bavagli – prosegue nel post Cafarotti – Ci piace anche l’idea di mettere a disposizione dei giornalisti l’esperienza di altri colleghi, cui potremmo contribuire con dei corsi di data-journalism, sull’onda dell’impegno formativo che abbiamo sviluppato anche in altri settori professionali. Certi del fatto che verità e indipendenza dell’informazione siano alla base di quella consapevolezza collettiva da cui rinascono, oltre a dignità e coscienza, anche sviluppo e lavoro».

IL MESSAGGERO
Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.