Un freno al lavoro nei giorni festivi: nel piano del governo tetto del 25% e regole sull’e-commerce
MARCO PATUCCHI
ROMA – Il governo mette mano al lavoro nei giorni festivi. E lo fa riportando le lancette indietro, alle regole che esistevano prima del decreto Monti che ha di fatto liberalizzato la materia. La linea guida dell’intervento è in una proposta di legge già in Parlamento a firma del deputato M5S e sottosegretario allo Sviluppo Economico, Davide Crippa, che riprendendo un analogo articolato dell’altro deputato grillino Michele Dell’Orco (oggi sottosegretario alle Infrastrutture) in sostanza prevede per ogni Comune l’apertura di non oltre il 25% dei negozi per ciascun settore merceologico, nei giorni festivi e nelle domeniche. La proposta riconsegna agli enti locali il “governo” della materia, prevedendo inoltre la turnazione tra vari quadranti in ogni singolo territorio. Esclusi dalla riforma i Comuni turistici, mentre anche lo shopping online verrà regolamentato, consentendo sì l’acquisto nei giorni festivi, ma spostando la lavorazione dell’ordine (se effettuata in Italia) nei successivi giorni feriali.
Di questa proposta si è parlato durante un incontro tra il sottosegretario al Lavoro, Claudio Cominardi, e i sindacati di base: “Una discussione approfondita che ci lascia soddisfatti”, sottolinea Francesco Iacovone, dell’esecutivo nazionale Cobas. “Cominardi – si legge in una nota del ministero – ha ascoltato i rappresentanti dei lavoratori ribadendo la volontà del governo di porre rimedio agli effetti negativi delle liberalizzazioni introdotte dall’esecutivo Monti. Migliaia di lavoratori e commercianti attendono risposte a un problema di grandi proporzioni. La base di partenza resta l’originaria proposta di legge di Michele Dell’Orco”. In realtà durante l’incontro Cominardi ha presentato ai sindacati alcuni articoli della proposta di legge a firma Crippa, che altro non è che una ulteriore evoluzione del testo di Dell’Orco. In uno dei documenti discussi nell’incontro, si legge che la proposta di legge “si ripropone di ricondurre la competenza legislativa e la podestà regolamentare nel settore del commercio alle Regioni e agli enti locali ai quali spetta il compito della pianificazione della turnazione delle festività lavorative, che non ricada pesantemente sui diritti dei lavoratori ma che tuteli contemporaneamente i diritti dei consumatori”.
Le disposizioni, posegue l’articolato, sono riferite “a tutti gli esercizi commerciali, comprese le forme speciali di vendita al dettaglio legate all’e-commerce. Si intende, quindi, che nei giorni festivi il consumatore potrà continuare a collegarsi ai siti di e-commerce, scegliere e completare l’ordine di un prodotto, ma dovrà essere chiaro come l’attività commerciale in questione che si svolge in Italia non sarà esercitata in alcune delle sue fasi”. In sostanza, recita ancora il progetto, si procede “all’abolizione delle liberalizzazioni introdotte dal governo Monti con il ripristino della situazione precedente” e cioè a una “liberalizzazione completa per i soli esercizi ricadenti nei Comuni a carattere turistico”.
La regolamentazione alla quale lavora il governo, “prevede per ogni Comune l’apertura del 25% degli esercizi commerciali per ciascun settore merceologico in ciascuna domenica o giorno festivo, comunque non oltre il massimo annuo di docici giorni di apertura festiva per ciascun esercizio commerciale”. Iacovone al termine dell’incontro al ministero del Lavoro ha chiesto al governo di trasformare il progetto di legge in un disegno di legge, accelerandone così l’iter parlamentare.
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