Immigrazione, il piano del generale Vincenzo Santo: ecco come fermare l’invasione
Emergenza immigrazione clandestina, ora basta parole. Servono i fatti. Solo una decisa strategia tattico-militare può bloccare definitivamente il fenomeno.
C’è un preciso piano in dodici punti elaborato da uno dei massimi esperti in materia, il generale di Corpo d’Armata Vincenzo Santo, ex capo di Stato Maggiore della Nato in Afghanistan che lo presenta ufficialmente come promemoria per il governo. Il documento è pubblicato oggi su Report Difesa, sito di geopolitica e sicurezza.
«Il fenomeno immigrazione che oramai ci perseguita da anni», afferma il generale Santo «è un’emergenza nei cui confronti non è mai stato fatto nulla di veramente efficace».
«Il traffico e l’arrivo incontrollato degli immigrati», aggiunge l’ufficiale riservista «è da considerarsi una vera e propria invasione che mette a rischio la sovranità non solo dell’Italia ma dell’intera Unione Europea».
Per arginarla e sconfiggerla rimane solo il ricorso all’azione militare. Ed ecco in sintesi cosa propone l’alto ufficiale che ha guidato la Missione Nato in Afghanistan e ha dunque una profonda esperienza sul campo.
PRIMO CHIUDERE
Per prima cosa, secondo Vincenzo Santo, è necessario chiudere (e non solo minacciare) tutti i porti italiani a navi militari straniere, mercantili, da diporto o di organizzazione umanitarie che trasportano migranti illegali.
Poi è indispensabile attuare subito il blocco navale davanti alle coste della Libia con natanti italiani e di Frontex e prevedere incursioni di reparti speciali in territorio libico per identificare e neutralizzare le basi dei trafficanti di uomini.
Secondo Santo, fra questi scafisti si nasconderebbero anche molti terroristi dell’Isis sfuggiti alla cattura in Siria. A tale scopo, il generale suggerisce di coinvolgere anche gli Stati Uniti, già impegnati in Siria e in Iraq, che hanno il migliore supporto logistico-militare per debellare le infiltrazioni terroristiche che si autofinanziano con il traffico di uomini in Libia e in Tunisia.
FINE DELLE MISSIONI
Altro aspetto determinante, sempre secondo il pro-memoria del generale Vincenzo Santo, è lo stop immediato delle attuali missioni navali internazionali Sophia e Themis giudicate inefficaci e controproducenti per l’ambiguità dell’ingaggio.
L’esperto di questioni militari si sposta anche sul piano più squisitamente politico suggerendo l’emanazione di un decreto legge con procedura d’urgenza per consentire solo ricorsi amministrativi contro il diniego dello status di rifugiato politico e sottrarre dunque alla magistratura ordinaria, notoriamente lenta e cavillosa, la gestione dei richiedenti asilo. Propone ancora di sostituire gradualmente la gestione dei centri di accoglienza in mano ai privati delegandoli alla Protezione Civile e all’Esercito per sottrarli alla speculazione ed anche di abrogare la protezione umanitaria, istituto esistente solo in Italia, ripristinando, sempre con decreto-legge, la fattispecie penale dello status di clandestino.
GLI ACCORDI
Dunque, secondo il generale Santo, qualunque immigrato irregolare presente in Italia deve essere trattenuto in appositi centri di detenzione temporanea, sorvegliati e chiusi, in attesa di rimpatrio. E a questo proposito, il generale suggerisce, attraverso l’aiuto politico e finanziario di Bruxelles, la ricerca di accordi con paesi come Egitto, Tunisia e Libia per la creazione di campi profughi, gestiti e coordinati dalle organizzazioni internazionali, per il tempo strettamente necessario al rimpatrio dei clandestini.
Accordi in tal senso dovrebbero essere subito avviati con Niger, Chad e Sudan che sono i paesi di «passaggio» dei flussi immigratori. Ovviamente, a parere del generale Santo, dovrebbero anche essere inasprite tutte le pene per coloro che sfruttano migranti illegali e, nello stesso tempo, potenziare il decreto flussi legali stagionali a favore delle nazioni dell’area del Sahel, Egitto, Libia e Tunisia.
IL CONSIGLIO
«È l’abbozzo di una strategia complessa», spiega il generale «ma efficace se davvero si vuole l’end-state, cioè la fine del fenomeno immigratorio illegale».
Vincenzo Santo propone anche la creazione di un Consiglio Nazionale di Sicurezza Nazionale, del quale venne fatto un timido tentativo di istituzione negli anni ’90 col governo Prodi ma che poi non approdò per resistenze politiche.
«Un Consiglio di Sicurezza» aggiunge il generale Santo «che elabora le varie strategie prima, senza necessità di ricorrere gli eventi come si fa ora con l’attivazione automatica di piani interconnessi e veloci in grado di affrontare qualsiasi condizione emergenziale alle dirette ed esclusive dipendenze del presidente del Consiglio dei ministri».
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