Trump vede Putin ma sfida la Ue: “É il nemico degli Stati Uniti”
«L’Unione europea è nemica degli Stati Uniti». Alla vigilia del vertice tra il presidente americano Trump e quello russo Putin, il mondo come lo abbiamo conosciuto dalla Seconda Guerra Mondiale in poi si è rovesciato. Naturalmente può darsi che il capo della Casa Bianca abbia lanciato questa accusa solo come una mossa tattica, nell’ambito della disputa commerciale in corso con Bruxelles. Se però uno ci aggiunge la linea adottata durante il vertice Nato dei giorni scorsi, e il consiglio dato alla premier britannica May di fare causa alla Ue invece di negoziare la Brexit, il messaggio che arriva sembra quello di una strategia premeditata, come forse neppure il Cremlino si sarebbe sognato di vedere prima dell’appuntamento di oggi a Helsinki.
Il vertice arriva dopo quasi due anni di sospetti e accuse. I servizi di intelligence americani sono certi che Putin abbia ordinato di interferire nelle presidenziali del 2016, perché riteneva Hillary una nemica che aveva cercato di rovesciarlo. Resta da capire se la campagna di Trump era coscientemente collusa con Mosca o no, e se Donald aveva interessi inconfessabili che lo rendevano ricattabile dal Cremlino. Il capo della Casa Bianca non ha mai ammesso questi sospetti, e oggi spera di avviare una relazione che potrebbe smentire i suoi accusatori con risultati concreti per il bene globale, su Siria, Ucraina, disarmo, Iran.
Prima di partire, ha cercato di abbassare le aspettative. In una serie di tweet, ha detto che «i media non mi darebbero credito neppure se ottenessi Mosca, come riparazione per tutte le malefatte russe. Direbbero che sono stato un incapace, perché dovevo pretendere anche San Pietroburgo». Poi, parlando con la Cbs, ha detto che «parto con attese basse». L’ambasciatore americano a Mosca Hunstman si è affrettato a dire che «non è neppure un summit, ma solo un incontro per conoscersi meglio».
Non è un «vertice strutturato», ha chiosato il consigliere per la sicurezza nazionale Bolton, aggiungendo di non ritenere credibile l’innocenza di Putin sulle interferenze elettorali. Mentre il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, si è affrettato a rispondere via social che «l’America e l’Ue sono ottimi amici. Chiunque dica che sono nemici diffonde fake news».
La caccia alle streghe
Trump però ha dichiarato che non sa neppure se chiederà al capo del Cremlino di consegnare i dodici agenti incriminati venerdì dal procuratore Mueller per gli attacchi digitali alle presidenziali, e ha ripetuto che il Russiagate è una caccia alle streghe ordita per abbatterlo, che sta rovinando i rapporti con Mosca. Quindi ha aggiunto che «l’Unione europea è nemica degli Usa. Guardate cosa ci fa con i commerci». La Ue ha un surplus verso l’America di 150 miliardi l’anno, che anche economisti repubblicani come Steve Hanke considerano irrilevante. Ma se pure fosse un dato significativo, resta da chiedersi se vale la demolizione di un’alleanza che negli ultimi settant’anni ha aiutato gli Usa a diventare l’unica superpotenza mondiale, con un’economia da 20 trilioni di dollari all’anno.
Stesso discorso per la Nato, dove Trump si è scagliato contro la Germania per il gasdotto Nord Stream 2 verso la Russia, e un presunto debito da 300 miliardi. Ma Roosevelt, Truman, Eisenhower, Marshall, che avevano costruito questo ordine mondiale dopo la guerra, erano stati fessi, o furbamente generosi per ottene dividendi molto più importanti? E se la Ue è nemica degli Usa, quali amici restano? Putin, Xi e Kim?
Può darsi che le parole del presidente siano solo tattica, per ottenere ciò che vuole sul piano commerciale e dei contributi, e fare contenti i suoi elettori. Ma c’è chi teme che sia pronto a restituire a Putin una sfera di influenza sugli ex territori sovietici. Di sicuro il Cremlino non poteva sperare di arrivare meglio a questo vertice, sempre augurandoci per il bene comune che i risultati concreti diano invece ragione a Trump.
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