Il petrolio affonda, giù le Borse. A Piazza Affari (-0,3%) svetta Leonardo
–di Eleonora Micheli
Il crollo del prezzo del petrolio ha pesato sulle Borse europee, che così hanno chiuso deboli, fatta eccezione di Francoforte (+0,16%), che ha beneficiato della performance di Deutsche Bank. Il valore del barile è precipitato quasi del 4% (segui qui Brent e Wti), risentendo sia della prospettiva che possa aumentare la produzione di oro nero, sia della timida apertura degli Usa al commercio del greggio made in Iran. Infatti il segretario al Tesoro, Steve Mnuchin, ha detto che nonostante le sanzioni alcuni Paesi potranno avere la possibilità di comprare greggio iraniano. «Vogliamo che gli acquisti di petrolio (iraniano) siano vicini allo zero, ma in certi casi se le persone non possono farlo immediatamente, considereremo delle eccezioni», ha dichiarato. Sull’andamento del petrolio hanno pesato le prospettive più grigie indicate dal Fondo Monetario Internazionale per l’economia europea e quella mondiale (quest’ultima minacciata dai dazi), oltre che il rallentamento del pil cinese, salito del 6,7% nel secondo trimestre contro il +6,8% dei primi tre mesi dell’anno. Sullo sfondo è rimasto sotto osservazione anche l’incontro tra il presidente americano, Donald Trump, e quello russo, Vladimir Putin. Sul finale Milano ha chiuso in calo dello 0,32%, mentre lo spread è calato in area 221 punti. La piazza peggiore del Vecchio Continente è stata Londra, zavorrata dai settori minerario e petrolifero.
Debacle dei petroliferi, banche positive tranne Intesa
A Piazza Affari è stata una debacle per i titoli petroliferi, con Eni in ribasso dell’1,39%, Saipem del 4,27% e Tenaris dell’1%. Per contro sono andate abbastanza bene le azioni delle banche, anche sull’onda dei numeri superiori alle attese pubblicati dalla tedesca, Deutsche Bank (+7,2%), sebbene l’istituto tedesco abbia chiuso il secondo trimestre 2018 con utile netto di 400 milioni di euro, in calo del 10,5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. A Milano Unicredit è salita dello 0,24% e Banca Pop Er dello 0,67% e Ubi Banca dell’1%. Ha difeso le posizioni Banco Bpm, mentre Intesa Sanpaoloha registrato un calo dello 0,2%, andando in controtendenza.
Telecom tenta il rimbalzo, sotto i riflettori Leonardo
Le Telecom Italia hanno tentato il recupero, ma poi ha frenato sul finale, registrando un timido +0,13%. Venerdì scorso le quotazioni della compagnia di tlc sono piombate ai minimi dal 2013, rendendo l’azienda fortemente sottovalutata rispetto ai competitors, come sottolineato dagli analisti di Mediobanca. Intanto è scattato il conto alla rovescia per il cda del prossimo 24
luglio, che si riunirà per approvare i conti del primo semestre.. Nel Ftse Mib si sono distinte le Davide Campari(+1,5%), nel giorno in cui gli analisti di Deutsche Bank hanno rivisto il prezzo obiettivo da 6,9 euro a 7,6 euro. Si sono inoltre messe in evidenza le Leonardo – Finmeccanica (+1,4%), visto l’azienda parteciperà al consorzio per la realizzazione del nuovo aereo da combattimento, come annunciato dalla premier britannica, Theresa May. Ai titoli della società aero-spaziale fa bene anche la prospettiva di un incremento della spesa della Nato da parte dei principali Paesi alleati, dopo le recenti pressioni di Trump.Italgas sul finale ha guadagnato l’1,7%, spinta da un report di Morgan Stanley.
St sotto la lente, male galassia Agnelli
Stmicroelectronics è salita dello 0,23%, mentre gli investitori si interrogano sulle indiscrezioni di Barron`s, secondo le quali Apple potrebbe eliminare la sim tradizionale nel nuovo iPhone, sostituendola con una sim embedded. Quest’ultima non viene fornita dall`operatore di telefonia, ma è un chip inserito all`interno dello smartphone sul quale i piani tariffari vengono caricati in remoto. St, insieme a Nxp e Infineon, è un produttore di sim embedded, per cui potrebbe essere selezionata dal gruppo di Cupertino, considerando che è già fornitore per lo stesso chip nell`iWatch3. Ed ancora, sono state colpite dalle vendite le azioni della galassia Agnelli, con Fiat Chrysler Automobiles in ribasso dello 0,6%, Ferrari dell’1,5% e Cnh Industrial dell’1,15%. Fuori dal paniere principale, però, ha fatto bene la Juventus Fc(+1,4%), nel giorno dell’arrivo del fuoriclasse, Cristiano Ronaldo, a Torino.
A Francoforte balzo di Deutshce Bank dopo conti preliminari II trimestre
Nel secondo trimestre 2018 il gruppo Deutsche Bank ha registrato un utile netto di circa 400 milioni di euro. I risultati preliminari sono nettamente superiori al consensus degli analisti (159 milioni), diffuso dall’istituto l’11 luglio scorso. Vista l’ampia differenza tra i risultati preliminari e le stime di mercato, è scattato oggi l’annuncio dei dati, in anticipo rispetto al previsto, e in linea con gli orientamenti di BaFin. Nel secondo trimestre, i ricavi del gruppo tedesco sono previsti a circa 6,6 miliardi, rispetto a una stima media del consensus pari a 6,4 miliardi di euro.
Spread Btp-Bund in netto ribasso a 221
Lo spread tra BTp e Bund è in netto ribasso: si attesta a 221 punti, dopo che in marrinata si era invece spinto fino a 246 punti base.
Fmi taglia stime su Europa, conferma quelle su Usa, ma teme rischio dei dazi
Il Fondo monetario internazionale ha tagliato le stime sulla crescita sull’Europa , mentre ha confermato quelle sugli States, la cui economia continua a beneficiare degli stimoli fiscali. Il fondo, tra l’altro, ha indicato che la crescita a livello globale c’è, ma è più disomogenea e ha inoltre puntato l’indice sulla guerra dei dazi che alla fine potrebbe può far deragliare la ripresa.
Più in particolare, secondo le previsioni dell’Fmi, il pil della zona euro salirà nel 2018 del 2,2% e non del +2,4% come indicato ad aprile. L’anno prossimo registrerà un progresso dell’1,9% e non del 2% precedente). Nel 2017, invece, la zona euro era crescita del 2,7%. Rallenteranno le tre principali economie di Germania, Francia e Italia.
Per il nostro Paese, l’Fmi mette in conto un rialzo del pil 2018 dell’1,2% e non dell’1,5%. L’anno prossimo la crescita sarà dell’1% e non dell’1,2%. Del resto l’economia italiana risente dell’allargamento dello spread e dell’inasprimento delle condizioni finanziarie sulla scia della recente incertezza politica
(Il Sole 24 Ore Radiocor)