Migranti, l’Ue boccia l’ipotesi libica di Salvini. Ma il vicepremier attacca: “Perchè continuate ad agevolare gli scafisti?”
«La Libia non è un porto sicuro». Arriva il no di Bruxelles alla richiesta di Matteo Salvini di considerare la Libia una rotta di ritorno per i migranti. Ma il ministro degli Interni non vuole accettare il diniego: «La Ue vuole continuare a agevolare gli scafisti?».
È di nuovo una giornata di tensione sull’asse Roma-Bruxelles sul fronte immigrazione, con l’esecutivo comunitario che fa sapere di condividere con l’Italia il «senso d’urgenza» sulla questione e annuncia che risponderà a breve alla lettera che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha inviato ai vertici delle istituzioni Ue. Ma mette due punti fermi nel braccio di ferro ormai quasi quotidiano con il governo sulla gestione degli sbarchi.
È Matteo Salvini ad aprire di nuovo il caso. Il ministro dell’Interno, dopo aver definito «una vittoria politica» gli sbarchi a Pozzallo della notte e la decisione di vari Paesi Ue di accogliere un certo numero di persone, si rivolge a Bruxelles per chiedere di «cambiare la normativa e rendere i porti libici porti sicuri: c’è questa ipocrisia di fondo in Europa, in base alla quale si danno soldi ai libici, si forniscono le moto vedette e si addestra la Guardia costiera, ma poi si ritiene la Libia un porto non sicuro», dice Salvini da Mosca. La replica della Commissione arriva a stretto giro. «Nessuna operazione europea e nessuna imbarcazione europea» riporta i migranti salvati in mare in Libia, perché «non consideriamo che la Libia sia un paese sicuro», risponde la portavoce dell’esecutivo Ue, Natasha Bertaud. Al no dell’Europa controreplica di nuovo Salvini, che accusa «l’Unione Europea di voler continuare ad agevolare lo sporco lavoro degli scafisti. Non lo farà in mio nome, o si cambia o saremo costretti a muoverci da soli», minaccia il vicepremier su Twitter.
Ma l’impossibilità di considerare sicuri i porti libici, replica ancora l’alto commissario Ue Federica Mogherini, non è di natura politica, ma giuridica. «La decisione rispetto al fatto che i porti libici non siano porti sicuri è una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo, quindi è una valutazione puramente giuridica sulla quale non c’è una decisione politica da prendere», dice Mogherini.
Ultimo sbarco
Intanto i migranti giunti a Pozzallo sulle navi Monte Sperone e Protector sono tutti sbarcati. 128 i minori non accompagnati. Si lavora ai ricollocamenti negli altri paesi europei. Dopo Francia e Malta anche Germania, Portogallo e Spagna hanno accettato 50 migranti ciascuno, 20 l’Irlanda. Otto migranti, tra cui sei bambini, sono morti nell’ovest della Libia nel cargo di un camion dove erano stipati, a causa delle esalazioni di benzina che veniva trasportata all’interno. Quattro migranti sono morti prima del salvataggio delle 447 persone sbarcate in Italia dopo uno stallo due giorni davanti alle coste di Pozzallo. Lo riferisce l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, riportando quanto raccontato dai sopravvissuti, secondo cui circa 30 profughi che erano a bordo dell’imbarcazione sovraffollata si sono gettati in mare nella speranza di raggiungere una nave avvistata in lontananza. Questo è successo venerdì, quando la barca dei migranti era a corto di cibo e acqua, ha scritto su Twitter Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Iom. E su 30, «quattro sono annegati», ha aggiunto. «Ero partito con mio padre ma non ce l’ha fatta, è morto durante la traversata del deserto per arrivare nel porto in Libia dove ci siamo imbarcati per attraversare il Mediterraneo» ha anche raccontato un ragazzo di 15 anni, sbarcato a Pozzallo.
I numeri
A sbarcare sono stati complessivamente 128 minori non accompagnati, 3 minori accompagnati, 44 donne e 272 uomini: 447 persone di cui 291 proverrebbero dall’Eritrea e 92 dalla Somalia. Altri migranti sono invece originari di Nigeria, Bangladesh, Algeria, Libia, Siria, Egitto. Al momento sono stati trasferiti all’hotspot di Pozzallo, ma nei prossimi giorni i minori non accompagnati e le famiglie verranno portati in comunità alloggio. «Tantissimi casi di scabbia, donne denutrite, molte persone disidratate. Non è un quadro clinico idilliaco ma neanche drammatico», ha affermato Khosrow Mansour Sohani, il medico dell’hot spot di Pozzallo.
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