Patto tra Salvini e la lobby delle armi, protestano le opposizioni: “Far West che favorisce i delitti”
di FABIO TONACCI
Alla vigilia dell’audizione a Montecitorio dei rappresentanti dei fabbricanti di armi nell’ambito del recepimento della direttiva europea sulla detenzione e l’acquisizione, scoppia il caso del documento firmato da Matteo Salvini con la lobby dello sparo. “Assunzione pubblica di impegno a tutela dei detentori legali di armi”, si legge nell’intestazione. L’esistenza di tale documento è stata rivelata da Repubblica ed è stata siglata nel febbraio scorso, in piena campagna elettorale, durante la fiera “Hit Show” di Vicenza. Se rispettata (“sul mio onore mi impegno…”, si legge nel foglio), vincola il ministro dell’Interno a coinvolgere la lobby in ogni provvedimento che, anche in senso lato, la riguardi. Compreso quindi quello sulla legittima difesa, attorno alla quale sono state depositate in Parlamento tre diverse proposte di legge (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia).
A polemizzare sono gli esponenti del Partito Democratico e di Possibile, la formazione di Pippo Civati. “Mentre tutto il mondo cerca un argine alla diffusione della armi – in America è attiva la più grande campagna mai vista dopo le stragi nelle scuole – il ministro dell’Interno forza la mano per sostenere la sua lobby”, scrive su Facebook il vicepresidente della Camera Ettore Rosato. “Lo fa in nome della parola data: ma non sarebbe stato meglio dimostrare tanta serietà e onorabilità mantenendo l’impegno su qualcosa di più importante per gli italiani come diminuire il prezzo della benzina? Doveva essere fatto nel primo Consiglio dei ministri. Stiamo ancora aspettando. Sul suo onore”.
rep
Interviene anche Alessia Morani, della presidenza del gruppo dem a Montecitorio. “L’unica lobby che allunga la manina sul serio per ora è quella delle armi con cui Salvini ha sottoscritto un patto – si legge sul suo profilo twitter – Serve una mobilitazione perché questi signori sono veramente pericolosi”. E il senatore Pd Roberto Rampi aggiunge: “Altro che legittima difesa. Altro che prima gli italiani, Salvini prima di tutto ha firmato un atto d’onore con le lobby delle armi in Italia”.
Andrea Maestri, esponente di Possibile, punta invece la sua critica sul ruolo del Movimento 5 Stelle. “Quella di Salvini non è una riforma della legittima difesa, ma un Far West, un Italia americanizzata che produrrebbe solo più delitti. In tutto questo il Movimento 5 Stelle è pienamente d’accordo: il ministro della Giustizia Bonafede non ha parlato di un intervento restrittivo al rilascio di porto d’armi, ma solo di legittima difesa come ‘priorità’ di questo governo, con l’applauso di Forza Italia che ha promosso un tour sull’argomento”.
REP.IT