Cdp, in pole un uomo del rigore Barachini verso la Vigilanza Rai

Entra nel vivo la tornata delle nomine pubbliche. Oggi si giocano due partite strategiche, primo banco di prova per la tenuta dell’alleanza gialloverde: Cdp e Rai.

Trovata la quadra, potrebbero andare a posto anche altre caselle importanti come quella sulla poltrona del nuovo direttore generale del Tesoro e del prossimo timoniere delle Ferrovie. Il nodo più ostico da sciogliere resta la scelta del nuovo amministratore delegato della Cdp, la cassaforte controllata dal Mef e partecipata dalle fondazioni che gestisce 250 miliardi di risparmio postale.

Per tutta la giornata di ieri nelle stanze romane è circolato ottimismo per una fumata bianca all’assemblea dei soci convocata per oggi pomeriggio, dopo ben tre rinvii. A voler sbloccare l’impasse sarebbe il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, che proprio ieri ha dimostrato di non essere ostaggio dei due partiti di governo annunciando i paletti alla flat tax e frenando sulla possibilità (promossa soprattutto dalla Lega) di una moratoria della riforma delle Bcc. Tria sarebbe dunque pronto a consegnare sul tavolo la rosa dei nomi per il cda.

I bookmaker del Tesoro fino alle ventuno di ieri davano per fatto lo schema «a tre punte»: il presidente Massimo Tononi, già candidato dalle Fondazioni, verrebbe affiancato dal vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco come ad e dall’attuale direttore finanziario di Cdp, Fabrizio Palermo, promosso direttore generale. Ma in tarda serata sono tornate a rimbalzare voci di un ennesimo stop sia della Lega, contraria a Scannapieco e più orientata sull’ex di Intesa, Marcello Sala, sia dei grillini che gradirebbero Palermo ad. Vedremo se le resistenze verranno superate all’ultimo minuto con eventuali «compensazioni» per gli scontenti. Di certo, se fosse confermato, il ticket Scannapieco-Tononi di forte imprinting bancario non lascerebbe molti margini di manovra ai desiderata di Luigi di Maio sul ruolo della Cassa come sostegno alle politiche economiche dell’esecutivo.

Le trattative sui nomi per Cdp si sono intrecciate con quelle sul nuovo cda della Rai: sempre oggi le Camere dovranno eleggere i quattro membri (su sette componenti: altri due sono indicati dal Mef, il settimo sarà proposto dai dipendenti il 19) del board della tv di Stato. Entro la settimana, forse venerdì, dovrebbe poi riunirsi il Consiglio dei ministri per i membri del cda indicati dal Mef, tra cui dovrebbero esserci futuro presidente e ad della Rai. Intanto, sarebbe stata trovata la quadra sui vertici delle commissioni di controllo e garanzia. Per la presidenza della commissione di Vigilanza sulla Rai, l’avrebbe spuntata il giovane senatore Alberto Barachini, come simbolo del nuovo corso e della riorganizzazione di Forza Italia. A Maurizio Gasparri, in corsa fino all’ultimo, andrebbe la presidenza di un altro organismo importante: la Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato. Al dem Guerini il Copasir.

IL GIORNALE

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