Il decreto Dignità slitta alla prossima settimana. Accordo raggiunto sui voucher. Dubbi ancora sui contratti a termine

 

Riuniti dalle undici del mattino fino alle otto di sera, termine ultimo per la presentazione degli emendamenti al decreto legge Dignità. I viceministri M5s e Lega del Lavoro e dell’Economia con i presidenti e i vicepresidenti delle rispettive commissioni si sono chiusi a oltranza nella sala del governo insieme ai tecnici e ai funzionari di Montecitorio per studiare il provvedimento che il 26 arriverà in Aula e che per adesso si trova in commissione. “Stiamo ancora trattando”, risponde a metà pomeriggio la capogruppo grillina in commissione Lavoro Maria Pallini. Alle 20 in punto il viceministro del Tesoro Laura Castelli si dirige verso la buvette: “Abbiamo chiuso. L’accordo è stato raggiunto, ci abbiamo impiegato un po’ di tempo ma ce l’abbiamo fatta. La natura del testo non cambia”. Nel mezzo ci sono stati i funzionari della Camera con i loro rilievi e le loro annotazioni.

Gli emendamenti a firma M5s-Lega saranno una cinquantina. Le modifiche principali riguardano i voucher. Il decreto licenziato da palazzo Chigi ne prevedeva la totale abolizione, ora invece una proposta di modifica ne chiede il reinserimento per i settori dell’agricoltura e del turismo. A puntare i piedi era stata la Lega dopo le proteste delle aziende del Nord, bacino di voti non indifferente per il Carroccio. Non a caso proprio oggi il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio ha ascoltato le richieste presentate da una delegazione di Assoavi (Associazione nazionale allevatori e produttori avicunicoli).

Il compromesso trasformato in emendamento da inserire nel dl Dignità prevede che i buoni potranno essere utilizzati in agricoltura, turismo ed enti locali. Il meccanismo di acquisto sarà ibrido. La procedura, infatti, avverrà online ma il voucher sarà poi stampato e sarà quindi utilizzato in forma cartacea. Una volta attivato il buono sarà valido per 7 giorni, al posto degli attuali tre.

Per il momento non ci sarà alcuna modifica sui contratti a tempo determinato, quindi resta in vigore quanto stabilito dal governo, cioè la possibilità di un sottoscrivere un contratto di 12 mesi, con una sola possibilità di rinnovo per un altro anno ma sarà necessario specificare la causale. Su questo punto ha vinto il Movimento 5 Stelle che invece ha ceduto sui voucher. Tuttavia i relatori possono ancora presentare i loro emendamenti e il tempo a disposizione c’è ancora dal momento che sono stati concessi più giorni alla commissione per lavorare. La trattativa dunque potrebbe non essere terminata così.

Per sostenere la stabilizzazione dei contratti è stato studiato un meccanismo di credito d’imposta che consente alle imprese di recuperare i costi aggiuntivi per i rinnovi dei contratti a tempo (lo 0,5%). Un ‘mini-incentivo’ insomma, che sarebbe più una partita di giro, ma che consentirebbe almeno di ridurre gli oneri per le imprese che utilizzano in modo ‘virtuoso’ i contratti a termine.

L’HUFFPOST

 

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