Fontana sui figli di coppie gay: “Maternità surrogata è vietata, stop riconoscimenti”
ROMA – Stop al riconoscimento dei figli di coppie dello stesso sesso nati all’estero grazie a pratiche vietate in Italia come la maternità surrogata. Lo ha sottolineato il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, ascoltato dalla Commissione Affari sociali della Camera sulle linee programmatiche del suo dicastero: “Rilevo come l’attuale assetto del diritto di famiglia non possa non tenere in conto di cosa sta accadendo in questi ultimi mesi in materia di riconoscimento della genitorialità, ai fini dell’iscrizione dei registri dello stato civile di bambini concepiti all’estero da parte di coppie dello stesso sesso facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento e che tali dovrebbero rimanere”, ha detto il ministro, che già il giorno del giuramento del governo Conte aveva liquidato la questione dei figli delle coppie omogenitoriali affermando che secondo lui le famiglie arcobaleno “non esistono”.
Fontana in Parlamento ha annunciato anche novità “sulla disciplina degli affidamenti familiari: accordi prematrimoniali per ridurre i contrasti economici in fase di scioglimento del vincolo, con vantaggi per i minori che non saranno ostaggio di un genitore o dell’altro”. Il ministro ha spiegato nell’audizione in Commissione “che le scelte preventivamente assunte dai genitori devono essere corrispondenti ai bisogni dei minori coinvolti”. Occorre poi “valutare l’introduzione di misure per contrastare l’alienazione parentale, quando un figlio rifiuta immotivatamente il rapporto con uno dei genitori. Servono adeguati strumenti di contrasto a simili pratiche”.
Figli coppie gay, Fontana: ”No a maternità surrogata, stop ai riconoscimenti”
A supporto di Fontana anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini durante il question time al Senato: “Fino a quando io sarò ministro gameti in vendita ed utero in affitto non esisteranno come pratica, sono reati. Difenderemo in ogni sede immaginabile il diritto del bambino di avere una mamma ed un papà”.
Cirinnà e Vendola: in Italia non è cambiato nulla
Non ci sta la senatrice dem Monica Cirinnà: “Salvini sa benissimo che il governo non può intervenire, tramite i prefetti, sugli atti dello stato civile. Ciò che Salvini e Fontana si ostinano ad ignorare è che la giurisprudenza ha già riconosciuto la piena legittimità degli atti di nascita con due padri e due madri, e che l’interesse del minore prevale sulla legittimità delle tecniche con cui è venuto al mondo”. Quindi, concludi Cirinnà, “al netto della propaganda in Italia non è cambiato nulla e i tribunali continueranno, come è giusto che sia, a riconoscere la genitorialità a coppie dello stesso sesso”.
Pronta anche la replica di Nichi Vendola: “Gli stranieri, i rom, i gay: sono i primi scalpi da esibire in questo ritorno di fiamma del razzismo, che con il governo in carica viene sdoganato, anzi rivendicato”. Per l’ex governatore della Puglia le parole di Fontana “sono frutto di ignoranza e di intolleranza. Purtroppo per lui, nessuno potrà cancellare le nostre famiglie e i nostri figli”.
Appendino: noi andiamo avanti
Insorge l’Arcigay (“Basta propaganda”), mentre il Pd con il senatore Mauro Marino ironizza: “La Appendino è ora fuori legge”. Ma la sindaca di Torino ribadisce: “Siamo orgogliosi di essere stati la prima città italiana a riconoscere ai figli di coppie omogenitoriali il diritto di avere entrambi i genitori”, annunciando che il Comune continuerà a registrarli.
Spadafora: “Basta propaganda”
E sul fronte M5S uno stop alla linea leghista da dentro le file del governo arriva da Vincenzo Spadafora: “Invito il ninistro Fontana – dice il sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio, con delega a giovani e pari opportunità – a fermare la propaganda ed aprire un dialogo culturalmente serio, per evitare che il nostro Paese torni dieci anni indietro, contravvenendo anche alle indicazioni della Corte costituzionale”.
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