Europa positiva. A Piazza Affari di nuovo vendite su Fca e Ferrari
–di Eleonora Micheli
Chiusura positiva per le Borse europee, nel giorno in cui è emerso che l’economia americana procede a passo di carica. Nel secondo trimestre 2018 l pil è salito del 4,1%, dopo il progresso del 2,2% registrato nei primi tre mesi dell’anno. Gli analisti, però, si attendevano un’accelerazione anche più consistente, attorno al 4,9%. L’andamento dei listini è stato ritmato anche dalle trimestrali, che procedono a pieno ritmo sia negli Usa, sia in Europa.
Sullo sfondo rimane il quadro positivo per il Vecchio Continente dipinto ieri dal numero uno della Banca centrale europea, che ha parlato di crescita «solida e diffusa» e in più ha di nuovo rassicurato che il costo del denaro rimarrà attorno allo zero almeno fino all’estate del 2019. Milano ha terminato le contrattazioni in progresso dello 0,42%. Lo spread ha chiuso in area 134 punti, nel giorno in cui il Tesoro ha collocato 6 miliardi di Bot a sei mesi con tassi in calo.
Scattano di nuovo vendite su galassia Agnelli, ma va su Cnh
A Piazza Affari sono di nuovo piovute le vendite sui titoli della galassia Agnelli, fatta eccezione per Cnh Industrial(+0,6%), che ieri ha diffuso conti semestrali superiori alle attese e ha anche rivisto al rialzo i target per fine anno. Nel dettaglio i ricavi consolidati sono cresciuti del 15% a 8 miliardi di dollari e l’ utile netto del 73% a 408 milioni di dollari. Per conto Fiat Chrysler Automobiles ha perso lo 0,28%,Ferrarii l’1,48% ed Exor lo 0,25%. Del resto l’improvvisa scomparsa di Sergio Marchionne e il repentino cambio ai vertici delle aziende ha aperto un periodo di maggiore incertezza, in un contesto più complesso per l’intero settore auto. Nei giorni scorsi, del resto, non solamente Fca, ma anche General Motor, Ford e Hyundai hanno lanciato un profit warning sui conti di fine anno.
Telecom in evidenza dopo parole Di Maio, debole Eni
Si sono distinte le azioni di Telecom Italia, mettendo a segno un progresso del 4,99%, mentre gli investitori si interrogano sul futuro della compagnia e sempre più scommettono sulla separazione della rete e sulla sua futura integrazione con Open Fiber. Del resto propri ieri il ministro Di Maio, in audizione alla Camera, ha detto che il Governo sta guardando con interesse al progetto di creazione di un operatore unico e ha inoltre indicato che sono ancora disponibili 1,3 miliardi di risorse per stimolare la domanda di banda larga. Gli analisti di Mediobanca hanno reiterato una raccomandazione positiva sulle azioni di Telecom, con l’indicazione di un target di prezzo a 1,2 euro (le azioni navigano in area 0,65 euro). La separazione della rete, hanno spiegato, farà emergere il valore dell’asset che potrebbe aggirarsi attorno a 15 miliardi di euro e in tal caso la sottovalutazione della società rispetto ai competitors europei salirebbe attorno al 55%. In più la prospettiva di una cooperazione tra Telecom e Open Fiber è vista positivamente da Mediobanca sia per le società coinvolte, sia per il Paese.
Eni ha perso lo 0,67%, nonostante la società petrolifera abbia annunciato che nel primo semestre del 2018 l’utile netto sia salito del 124% a 2,2 miliardi di euro. Il risultato adjusted si è attestato a 1,74 miliardi (+45%). L’ad, Claudio Descalzi, ha inoltre sottolineato che «il debito netto prosegue nella sua discesa portandosi al di sotto di 10 miliardi, livello più basso registrato negli ultimi 11 anni». I titoli hanno tuttavia pagato dazio al fatto che l’utile netto del secondo trimestre sia salito meno delle attese, esattamente a 767 milioni di euro a fronte di un consensus di 989 milioni. Numerosi analisti, comunque, hanno confermato raccomandazioni positive.
Mediaset sotto la lente nell’attesa dei conti, debole il lusso
Mediaset ha guadagnato il 3,2%, nel giorno della diffusione della semestrale, annunciata a mercati chiusi. Sono andate giù le Luxottica Group (-0,69%), nonostante ieri sia arrivato il via libera all’integrazione con Essilor da parte delle autorità cinesi. A questo punto il closing dell’operazione è previsto a fine settembre, come ha detto il presidente e ceo di Essilor International, Hubert Sagnieres. Ha battuto la fiacca il settore del lusso, risentendo della debolezza della francese Kering (-7,7%), che ieri a Borsa chiusa ha comunicato conti in forte crescita, ma inferiori alle attese. Il gruppo di Oltralpe ha chiuso il primo semestre del 2018 con un utile netto di 2,3 miliardi, in rialzo dell’185,7% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, su ricavi saliti del 26,8% a 6,43 miliardi di euro (+33,9% su base omogenea). Il marchio Gucci, vera locomotrice della società, ha continuato a fare faville: se nel primo trimestre le vendite erano salite del 49%, nel secondo trimestre hanno registrato un ulteriore incremento annuo del 40%, con un margine operativo che si è spinto al record del 38,2%. Gli analisti, però, si interrogano su quanto a lungo sarà sostenibile la crescita formidabile del marchio fiorentino della doppia G. In Italia ha continuato a perdere quota Moncler(-0,55%), dopo lo scivolone di oltre il 7% della vigilia. Salvatore Ferragamo ha registrato un ribasso dello 0,33% nell’attesa dei conti semestrali che saranno pubblicati la prossima settimana. Sono andate bene le banche, con Banca Pop Er in rialzo dell’1,4%, Unicredit eIntesa Sanpaoloin progresso dell’1,2%.
In evidenza Mps, giù Fiera Milano
Fuori dal paniere principale si sono messe in evidenza leBanca Mps, che hanno recuperato il 5,89%, dopo la recente debolezza. Hanno invece perso quota le Fiera Milano (-6,5%), nel giorno della semestrale, nonostante sia stata archiviata con un utile netto salito a 31,7 milioni dai 5,6 del primo semestre 2017. Per altro alla luce della performance del periodo gennaio-giugno, il gruppo ha deciso di rivedere al rialzo la previsione di Ebitda per il 2018 in un range di 24-26
milioni di euro, rispetto alla precedente di 17 milioni.
Il dollaro si rafforza sull’euro
Sul fronte dei cambi, l’euro rimane al di sotto della soglia di 1,17 rispetto al biglietto verde. Del resto anche ieri il numero uno della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha rassicurato che i tassi rimarranno attorno allo zero fino all’estate del 2019 (segui qui i principali cambi). Il petrolio è in lieve ribasso.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)