Toninelli, il ministro «Signor No»

Danilo Toninelli, il ministro Toninelli, il concentratissimo ToniNo è un mito. In pochi giorni ha compiuto alcuni blitz che il suo perenne stato di concentrazione non lasciava prevedere. Ha chiuso i porti alle Ong con un comunicato, senza alcun atto formale. Ha decapitato i vertici delle Ferrovie, una delle società più strategiche del Paese, applicando lo spoil system, alla faccia della meritocrazia tanto sbandierata. Ha rottamato, in compagnia di Di Maio, l’Airbus di Stato voluto da Matteo Renzi, per rivendicare la rottura del contratto coi fornitori dell’aereo (e se ci sarà qualche penale da pagare provvederemo noi cittadini). Da ultimo, il concentrato di ToniNo ha bloccato il Tav, il treno ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione: «Nessuno deve azzardarsi a firmare nulla ai fini dell’avanzamento dell’opera. Lo considereremmo come un atto ostile».

E pazienza se quel Tav è una delle opere più importanti che l’Europa aspetta da anni. Pazienza se la scelta esporrà l’Italia al pagamento di una multa di due miliardi di euro, tanto per arrotondare, e al blocco dei fondi europei fino al 2023. E verrà meno la forza della piattaforma logistica del Nord-Ovest.

La concentrazione è stata uno dei mantra del visionario Steve Jobs; per fortuna l’Apple Store di Milano ha aperto prima che il ministro ToniNo vi si concentrasse.

CORRIERE.IT

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