Salvini: “Un certo islam incompatibile con la nostra società”
Affronta tutti i temi cari al mondo cattolico (e non solo) nella sua intervista a La Bussola Quotidiana.
Matteo Salvini si dice “stupito” degli attacchi ricevuti dall’Avvenire e da Famiglia Cristiana e tira dritto per la sua strada. Mandando un segnale forte in tema di famiglia, immigrazione, islam e drooghe.
Innanzitutto, l’islam. Matteo Salvini ricorda che quel rosario, mostrato in piazza Duomo durante un comizio, “me lo porto sempre con me” e ricorda di averlo mostrato proprio perché “nella mia Milano, in piazza Duomo” più di una volta “gli islamici si sono radunati in modo non rispettoso”: lo ha fatto per “difendere i nostri valori”. L’islam, dunque. Per il ministro dell’Interno “è ormai provato da Interpol e dai servizi di paesi nordafricani che con i barconi sono partiti e dai barconi sono sbarcati uomini affiliati al terrorismo, e poi c’è il fenomeno dei combattenti islamici che sono partiti dall’Italia e che stanno tornando”.
La lotta all’islamismo, però, non si ferma solo al carattere politico e di sicurezza statale. Anche a quello culturale e, dice Salvini, “mi stupisce che qualcuno delle gerarchie cattoliche faccia finta di non capire”. “La difesa dei nostri valori e della nostra identità – spiega il leghista –passa attraverso il controllo della presenza islamica e delle organizzazioni islamiche in Italia. È evidente che l’interpretazione fanatica del Corano è incompatibile con i nostri valori di libertà e con i valori cristiani”. L’islam tende a “auto-ghettizzare” i suoi adepti in Italia, dice il ministro, che “essendo un papà” ricorda di “situazioni scolastiche di mamme a cui viene impedito di imparare l’italiano e di lavorare” e “di bambine a cui è impedito di fare ginnastica coi maschietti o andare a feste di compleanno coi maschietti”. Si pensi al velo o al burqa (“forma di sopraffazione sulla donna inaccettabile”). Un certo tipo di islam – è la tesi del segretario – è “incompatibile con la nostra società”.
Sull’immigrazione il ministro fa una proposta, già presentata all’Ue, per velocizzare i rimpatri dei clandestini. “L’Europa stringe accordi commerciali con quasi tutti questi Paesi – spiega il ministro – offre sostegno economico, agricolo, culturale. Io ho chiesto che ogni nuovo accordo preveda una clausola di rimpatrio sugli immigrati irregolari. Io compro i tuoi prodotti, ti mando degli aiuti però se ci sono immigrati irregolari te li riprendi”.
IL GIORNALE