Salvini: “Introdurrò il quoziente familiare per premiare la natalità”
ROMA – “L’obiettivo che mi pongo da qui a fine governo è introdurre il concetto di quoziente familiare, in modo da premiare la natalità e la scommessa sul futuro”. Matteo Salvini, in un’intervista alla testata cattolica online “La nuova bussola quotidiana”, rilancia la riforma fiscale a misura di famiglia. Quella che era nel programma elettorale della Lega e che il vicepremier conferma di voler portare a casa, seppur non subito. La stessa che, come denunciato da “Avvenire” (e non solo), è sparita dal contratto di governo.
“Il primo obiettivo – spiega, adesso, Salvini – è sostenere la parte produttiva attraverso un abbassamento delle tasse: se già riusciamo ad aiutare le partite Iva, i produttori, i commercianti, gli artigiani, i piccoli imprenditori, è un primo passo. Anche loro sono padri e sono madri, un euro di tassa in meno è un euro in più per i figli. Certo, non è risolutivo”.
Ed allora la promessa di “rendere il nucleo familiare un soggetto fiscalmente riconosciuto. Però, già per il 2018, l’obiettivo è ridurre le tasse a un bel po’ di gente e questo sarà mantenuto”.
Nell’intervista, dopo aver garantito che “faremo in modo di far avere i quattrini” al ministero della Famiglia con la legge di bilancio, il vicepremier rilancia la sua battaglia in difesa della famiglia tradizionale scagliandosi nuovamente contro i Comuni che trascrivono all’anagrafe bambini nati all’estero con la pratica dell’utero in affitto: “Ho chiesto un parere all’Avvocatura di Stato e ho dato indicazione ai prefetti di ricorrere. La mia posizione è fermamente contraria” dichiara il leader della Lega.
E, a riprova, cita un “piccolo” ma emblematico segnale: “La settimana scorsa mi è stato segnalato che sul sito del ministero dell’Interno, sui moduli per la carta d’identità elettronica, c’erano “genitore 1” e “genitore 2”. Ho fatto subito modificare il sito ripristinando la definizione “madre” e “padre”. È una piccola cosa ma è certo che farò tutto quello che è possibile al ministro dell’Interno e che comunque è previsto dalla Costituzione. Utero in affitto e orrori simili assolutamente no”.
REP.IT