Il governo dell’ossimoro
Questa frase della ministra della Salute Giulia Grillo ben rappresenta l’essenza di questo governo: «I vaccini? Sono per l’obbligo flessibile», ha dichiarato pensando così di tenere insieme la parte (consistente) del suo elettorato No vax con quello leghista prevalentemente favorevole alle vaccinazioni obbligatorie.
Siamo alla «lucida pazzia», cioè all’uso dell’ossimoro, figura retorica costruita con parole che esprimono concetti contrari. «L’obbligo flessibile» in natura non può esistere, legalmente neppure perché una certa cosa o è obbligatoria o flessibile. Sostenere entrambi i concetti nello stesso istante più che far ridere è pericoloso. Genera caos, incertezza e lascia spazio all’arbitrio, in questo caso di presidi e genitori. Così quello che sarà permesso in una scuola o in una città, sarà vietato e addirittura sanzionato in un’altra.
La cosa non mi stupisce, perché questo governo nasce su un ossimoro. Di più, questo governo tra Lega e Cinquestelle è un ossimoro e quotidianamente ne abbiamo, purtroppo, una prova. Immaginate un’azienda, o anche solo una famiglia, i cui capi diramano ogni giorno una disposizione e il suo esatto contrario. Oppure una società quotata in cui l’amministratore delegato dice A, il presidente lo corregge in B e il direttore generale si muove verso C. Cosa potrebbero dire il mercato e gli azionisti se non: «Sono ubriachi, molliamoli finché siamo in tempo»?
Prendiamo ad esempio l’economia. La flat tax e il reddito di cittadinanza esistono a giorni alterni; l’Iva sarà aumentata ma anche no; il futuro delle grandi opere – Tav e Tap – dipende se parla Di Maio o Salvini; gli 80 euro renziani saranno soppressi per i Cinquestelle ma non per la Lega; le pensioni saranno tagliate ma non è detto. In queste condizioni come fa un cittadino, un’azienda, un investitore a programmare il suo futuro? Peggio di una cattiva decisione c’è solo la non-decisione, peggio del padre burbero il padre assente.
Tutto questo non sta avvenendo solo per incapacità e inesperienza. C’è quel peccato originale dell’ossimoro politico che renderà impossibile a Lega e Cinquestelle prendere decisioni sui temi più importanti e delicati. E non è con i giochi di parole che questo Paese potrà andare avanti ancora per molto. Perché, per rimanere in tema, non ci interessa assistere a «un tragico trionfo» o essere «disgraziatamente felici».
IL GIORNALE