La mafia infiltrata negli stand del mercato ortofrutticolo: maxiconfisca da 150 milioni di euro
di ROMINA MARCECA
Una “regia occulta” dei boss dell’Acquasanta avrebbe di fatto monopolizzato la vendita dei prodotti e i prezzi in alcunoi stand del mercato ortofrutticolo ma anche le attività di facchinaggio e del parcheggio dei mezzi, attraverso una cooperativa, la “Carovana Santa Rosalia”. Questo hanno ricostruito le indagini della Dia nel 2014 e adesso arriva la confisca per un patrimonio di 150 milioni di euro nei confronti di Angelo e Giuseppe Ingrassia, entrambi 61enni, palermitani, e ritenuti vicini e contigui a Cosa nostra. L’organizzazione mafiosa avrebbe imposto anche le proprie cassette di legno a tutti i rivenditori. Allo Stato passano definitivamente numerosi beni immobili tra cui fabbricati, appartamenti, terreni, negozi e magazzini, quote di partecipazione societaria, autocarri, auto e moto e diversi rapporti bancari e prodotti finanziari. Giuseppe Ingrassia, inoltre, è stato ritenuto dal tribunale di Palermo “socialmente pericoloso” e per questo sottoposto a sorveglianza speciale per quattro anni.
Dopo il duro colpo inferto alla mafia siciliana dalla Dia di Palermo lo scorso venerdì, con la maxi-confisca di 400 milioni di euro a carico dell’ex deputato regionale Giuseppe Acanto, stamattina sempre il centro operativo Dia del capoluogo siciliano ha dato esecuzione ad un ulteriore decreto di confisca di beni, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale. Il provvedimentopredne le mosse da una proposta avanzata dal direttore della Dia. Le indagini raccolsero una serie di elementi che fecero emergere l’infiltrazione mafiosa nel mercato sia direttamente sia attraverso prestanome. Venne a galla l’influenza della famiglia mafiosa dell’Acquasanta, i Galatolo.
E’ emerso che i soggetti colpiti, titolari di vari stand e profondi conoscitori del “metodo di funzionamento” del mercato ortofrutticolo, ne monopolizzavano l’attività attraverso l’utilizzo dei servizi forniti dalla cooperativa “Carovana Santa Rosalia” (compravendita di merce, facchinaggio, parcheggio, trasporto e vendita di cassette di legno e materiale di imballaggio), già colpita dal sequestro preventivo. Sono stati inoltre raccolti numerosi indizi che, confortati da alcuni collaboratori di giustizia, hanno fatto ritenere l’esistenza di una vera e propria “regia occulta” in grado di prestabilire il prezzo dei beni posti in vendita nel mercato, controllare il trasporto su gomma da e per la Sicilia occidentale ed i principali centri di approvvigionamento e gestire le ulteriori attività connesse al commercio interno, determinando quindi, una grave distorsione della libera concorrenza, che ha garantito all’organizzazione criminale ingenti guadagni attraverso attività solo apparentemente lecite.
Hanno rafforzato l’ipotesi investigativa di infiltrazione mafiosa all’interno del mercato palermitano, alcune ordinanze applicative di misura cautelare, emesse dal gip di Napoli, quando viene contestato agli indagati (tra i quali anche Gaetano Riina, fratello del capomafia Salvatore), di controllare il trasporto su gomma da e per i mercati ortofrutticoli di Fondi, Aversa, Parete, Trentola Ducenta e Giugliano e da questi verso quelli del sud Italia, interessando, in particolare, i mercati siciliani di Palermo, Catania, Vittoria (RG), Gela (CL) e Marsala (TP).
Proprio oggi il direttore della Dia, il generale Giuseppe Governale, sarà a Catania dove il ministro dell’Interno Matteo Salvini visiterà la società Geotrans s.r.l., in amministrazione giudiziaria, confiscata dalla Dia nel 2014 e che continua ad operare sul mercato.
REP.IT