Ma ora si preannuncia la battaglia del cavillo. Per lo stop alla gestione ci vorranno anni

Roma – Lo ha ammesso anche il vicepremier Matteo Salvini. «Il percorso non durerà 15 giorni, ci saranno le controdeduzioni di Autostrade, i pareri, passeranno settimane, se non mesi».

La decisione del governo di andare avanti con la revoca della concessione nonostante i dubbi di mezzo esecutivo, compreso il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, apre un percorso tutt’altro che lineare e scontato.

La commissione ispettiva, istituita dal Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti è già al lavoro e darà il suo giudizio entro trenta giorni, ha spiegato il presidente della commissione Roberto Ferrazza. Dovrà «rileggere la storia del progetto. Abbiamo documenti da chiedere alla concessionaria. Poi sottoporremo tutto alle autorità competenti». Già esclusa la causa maltempo. L’ipotesi alla quale si lavora è quella del cedimento di un tirante, ha spiegato il professore dell’Università di Genova Antonio Brencich che fa due anni fa lanciò per primo l’allarme.

Il governo vuole dimostrare che la responsabilità è di Autostrade per l’Italia, società del gruppo Atlantia.

Ma per rompere il contratto tra lo stato e il gruppo Benetton, ci vuole altro: il governo dovrà dimostrare anche che la società non ha risposto ai richiami

La convenzione siglata nel 2009 prevede che il contratto possa decadere se «perdura la grave inadempienza da parte del concessionario rispetto agli obblighi previsti». La legge sulla trasparenza amministrativa prevede che il concessionario abbia 90 giorni per adempiere gli obblighi, poi altri 60 giorni se ci sono contestazioni.

Sono cinque mesi di tempo che Autostrade sostiene di non avere avuto. Ieri il ministero delle Infrastrutture ha precisato che l’ultima contestazione di inadempimento ad Autostrade per l’Italia risale al 28 giugno scorso, pertanto non corrisponde al vero che non siano state sollevate contestazioni di inadempimento nei confronti della società. «La società è stata destinataria, solo nel 2017, di 5 contestazioni di inadempimento» e «sono attualmente pendenti 25 ricorsi attivati da Autostrade per l’Italia», spiegava ieri una fonte del dicastero alle agenzie di stampa. Come dire, degli appigli legali per annullare il contratto ci sono. Il governo dovrà comunque raccogliere le controdeduzioni di Autostrade. Arriveranno quando il lavoro della commissione sarà terminato. E i tempi per presentarle non potranno essere molto diversi dai cinque mesi previste dalla convenzione.

Se alla fine di questo percorso il governo dovesse veramente decidere di porre fine alla convenzione con Autostrade (e non è scontato), la società che gestisce 2.800 chilometri di autostrade potrà fare ricorso alla giustizia amministrativa. Quindi prima il Tar e poi, eventualmente, il Consiglio di Stato. Parallelamente anche la giustizia civile si occuperà del Ponte per le richieste di risarcimento.

Secondo indiscrezioni rilanciate ieri da Paolo Madron, i Benetton proprietari di Atlantia si sarebbero affidati a uno dei più famosi studi legali italiani, Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners. Come dire, Autostrade è determinata quanto il governo a fare valere il proprio punto di vista.

IL GIORNALE

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