Tragedia del Pollino, aperte due inchieste
dal nostro inviato PAOLO BRERA
CIVITA. Due inchieste, una giudiziaria aperta dalla procura di Castrovillari e una amministrativa annunciata ieri dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, cercheranno di accertare responsabilità ed omissioni che hanno provocato la morte di dieci persone straziate dalla furia improvvisa del torrente Raganello: i corpi verranno sepolti domani, ma Civita già teme di aver perso il suo futuro. “Chi ci verrà più nelle gole, tra la paura per quello che è successo e le regole che metteranno?”, dicono i paesani che sul turismo hanno costruito passo dopo passo il successo e la riscossa del paese dei rifugiati albanesi.
La star, l’attrazione principale del paese rivendicata ufficialmente dai cartelli stradali e dalle pubblicità istituzionali, qui non c’è dubbio che sia la bellezza austera delle gole. Pericolose? “Certo, lo sapevamo tutti che bisogna stare attenti. Da giovane anche io ci andavo sempre – racconta Giovanni Ferrari, 82 anni – e mio figlio c’è stato recentemente insieme a quattro amici e a una guida. Anche quel giorno è arrivato il maltempo all’improvviso, io e mia moglie eravamo preoccupati ma la guida ha avuto la prontezza di ordinare immediatamente il rientro, e non è successo niente. Se non te ne vai sabito, non fai più in tempo”.
Tanti anni fa gli anziani consentivano ai bambini di entrare nel Raganello solo “dopo tre giorni di bel tempo”, per evitare che il terreno già saturo di acqua piovana potesse diventare uno scivolo per un temporale improvviso, allagando le forre. Precauzioni che i turisti non conoscono. Eppure, in un paese in cui d’estate scendono ogni giorno centinaia di persone a mettere i piedi a bagno nel Raganello, l’ultima vittima c’era stata sessant’anni: era il 1958, uno studioso tedesco inseguiva il volo degli uccelli risalendo le gole. Si aggrappò a un masso, ma la roccia cedette e lo schiacciò. Da allora, il Raganello ha collezionato la quasi totalità degli interventi del Soccorso alpino calabrese, ma mai per incidenti gravi. Caviglie spezzate, ipotermie, nulla di irreparabile.
Mentre Civita comincia a interrogarsi sul suo futuro, stamattina in sopralluogo è arrivato in elicottero il capo della protezione civile, Angelo Borrelli. E il dolore per la tragedia ha toccato anche il cuore del Pontefice: “Il mio pensiero va alla tragedia” in cui “hanno perso la vita escursionisti provenienti da varie regioni”, ha detto Franceso affidando “alla bontà misericordiosa di Dio” gli scomparsi ed esprimendo “la mia spirituale vicinanza ai loro familiari e ai feriti”.
REP.IT