Pedofilia, attacco a Francesco dall’ex nunzio. Il Papa: “Giudicate voi”
DAL VOLO PAPALE DUBLINO-ROMA – Di ritorno dal IX Incontro Mondiale delle Famiglie a Dublino (il prossimo sarà a Roma nel 2021), Francesco parla coi giornalisti sull’aereo della Aer Lingus dei migranti della Diciotti accolti dalla Cei – “non ho messo lo zampino, serve apertura di cuore e integrazione” – di pedofilia e delle accuse mossegli dall’ex nunzio a Washington Carlo Maria Viganò, che ieri sui media è arrivato a chiedere le dimissioni del Papa insieme “ai cardinali e ai vescovi che hanno coperto gli abusi dell’ex arcivescovo di Washington Theodore Edgar McCarrick”. Viganò dice di aver informato di questi episodi il Pontefice già nel giugno 2013, senza però ricevere, secondo la sua versione, alcuna risposta da Francesco, anche se “non poteva non sapere”.
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Cosa pensa del dossier pubblicato dall’ex nunzio Viganò?
“L’ho letto questa mattina. Devo dirvi questo: leggete voi attentamente e fatevi un giudizio. Non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parli da sé. Avete la capacità giornalistica per fare le conclusioni. È un atto di fiducia in voi. Vorrei che la vostra maturità professionale facesse questo lavoro”.
Pedofilia, attacco a Francesco dall’ex nunzio Viganò. Il Papa: ”Leggete e giudicate voi”
Ieri si è risolta la vicenda della nave Diciotti: c’è il suo zampino dietro la soluzione?
“Non ho messo lo zampino. Quello che ha fatto il lavoro col ministro dell’Interno è stato padre Aldo Bonaiuto della Comunità di don Benzi e insieme la conferenza episcopale italiana. Il cardinale Gualtiero Bassetti ha guidato al telefono da qui. Ha negoziato col ministro il sottosegretario don Ivan Maffeis. I migranti andranno a Rocca di Papa nella comunità del Mondo Migliore”.
In tanti vedono un ricatto all’Europa sulla pelle di questa gente?
“Accogliere è un principio morale vecchio come la Bibbia. Ma non si può accogliere alle belle étoile, ma in modo ragionevole, con prudenza. Ho capito questa cosa con l’attentato in Belgio. L’hanno fatto i figli di immigrati che erano stati ghettizzati. Un popolo che può ricevere ma non può integrare è meglio che non riceva”.
L’accoglienza del migrante è sempre una sfida. Come agire?
“Apertura del cuore, integrazione e poi prudenza. Ho visto un filmato clandestino su cosa succede ai migranti che sono rimandati indietro e ripresi dai trafficanti. Un filmato doloroso per le cose che fanno agli uomini. Fanno loro le torture più sofisticate”.
La vittima di abusi Marie Collins ha detto che lei non è favorevole all’istituzione di un tribunale ad hoc per giudicare i vescovi insabbiatori di abusi. Perché?
“Non è così. Marie Collins – che stimo tanto – è fissata sull’idea contenuta nel Motu proprio “Come una madre amorevole” secondo cui per giudicare i vescovi sarebbe bene si facesse un tribunale speciale. Credo non sia conveniente un unico tribunale a motivo delle differenti culture dei vescovi. L’indicazione si può soddisfare con l’istituzione di una giuria per ogni vescovo. Così abbiamo fatto finora. Sono stati giudicati parecchi vescovi, l’ultimo quello di Guam. Un caso difficile che ho deciso di seguire personalmente. Le evidenze che hanno portato alla prima condanna sono chiarissime”.
Cosa è uscito dall’incontro di ieri con le vittime di pedofilia?
“La proposta di chiedere perdono nella messa di oggi – ieri per chi legge – su cose concrete. Ad esempio per le madri che quando rimanevano incinta fuori dal matrimonio andavano in un istituto religioso e le suore davano il loro bambino in adozione. Dicevano loro che era peccato mortale cercare i figli. Per questo nella preghiera ho detto che non è peccato mortale”.
C’è chi chiede le dimissioni del cardinale Philippe Barbarin di Lione, sospettato di aver coperto abusi.
“Se ci sono sospetti, prive o mezze prove, non vedo niente di cattivo nel fare un’indagine, sempre che si faccia col principio che nessuno è colpevole senza prova. Tante volte c’è la tentazione di pubblicare che è stata fatta un’indagine per dire subito chi è colpevole. Tre anni fa iniziò a Granada il problema dei cosiddetti preti pedofili, una decina accusati di abusi su minori e di fare orge. L’accusa l’ho ricevuta io tramite una lettera fatta da un giovane 23enne che lavorava in un collegio religioso e che sosteneva di essere stato abusato. I media del posto hanno scritto che erano pedofili. Tutti pensavano che fossero criminali. Tre in particolare sono rimasti in carcere 5 giorni. Hanno sofferto per tre anni e più l’odio, gli schiaffi di tutto il popolo, umiliazioni. Dopo 3 anni la giuria li ha dichiarati innocenti e colpevole chi ha denunciato. Per questo il vostro lavoro è molto delicato. Dovete dire le cose, ma sempre con la presunzione di innocenza”.
Che cosa vorrebbe dire a un padre che ha un figlio omosessuale? Cosa pensa dell’approvazione in Irlanda di una legge che permette l’aborto?
“Non siamo contro l’aborto per la religione. È un problema umano e va studiato dall’antropologia. Ci sono sempre state persone con tendenze omosessuali. A un padre direi di pregare, di non condannare, di dialogare, di fare spazio al figlio e alla figlia perché si esprima. In quale età si manifesta questa inquietudine? Una cosa è se si manifesta da bambini: ci sono tante cosa da fare con la psichiatria. Un’altra è se si manifesta dopo i vent’anni. Il silenzio non è un rimedio. Ignorare un figlio con tendenza omosessuale è una mancanza di paternità o maternità”.
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Lei ha detto in queste ore di essere stato colpito dalle parole del ministro per l’infanzia Katherine Zappone sulle Case per Madri e Bambini? Cosa le ha detto?
“Mi ha detto: “Santo Padre, abbiamo trovato fosse comuni di bambini, sotterrati, stiamo facendo delle indagini, e la Chiesa ha qualcosa a che fare con tutto ciò”. Mi ha detto questa cosa con educazione e rispetto. L’ho ringraziata. Mi ha toccato il cuore. Mi ha inviato un memo che devo ancora studiare”.
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