Cento migranti della Diciotti a Rocca di Papa. E la città si divide

ROCCA DI PAPA (Roma) – Una giornata in viaggio dalla Sicilia fino alle colline dei Castelli Romani, stavolta in pullman, dopo un’odissea che dura da più di dieci giorni e che potrebbe essere finita. O quasi. Per cento dei migranti che erano a bordo della nave Diciotti si aprono le porte del centro di prima accoglienza ‘Mondo migliore’ a Rocca di Papa, comune vicino a Roma. Gli altri 39 naufraghi sono rimasti invece nell’hotspot di Messina in attesa di essere trasferiti in Irlanda e Albania, nazioni che hanno dato la disponibilità ad accoglierli. Una storia che ha commosso tanti, compreso papa Francesco che ha voluto vedere i video shock dei lager libici per comprendere tutto l’orrore.

I profughi resteranno pochi giorni all’interno del centro e poi verranno accolti dalle Diocesi in Italia che hanno dato disponibilità. A confermarlo è anche il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini: “Siamo stati rassicurati – ha detto – dalla Cei e dalla Caritas che quegli ospiti saranno ricollocati in pochi giorni e che ci sono disponibilità ben superiori al numero necessario”. I migranti, quasi tutti eritrei, hanno viaggiato a bordo di due pullman privati, scortati dalla polizia. Ma quella dei cittadini rocchigiani non è stata un’accoglienza facile. Davanti al centro sono giunte due diverse fazioni: da un lato i militanti di estrema destra contrari all’arrivo dei profughi con bandiere tricolore, tra cui esponenti di Casapound e Forza Nuova e Fratelli d’Italia e dall’altro un gruppo di cittadini pro migranti che esponeva cartelli ‘Welcome’ e urlava slogan antifascisti. I momenti di tensione non sono mancati e due gruppi si sono fronteggiati ognuno intonando cori.

Nel momento in cui è entrato il primo pullman nel centro da una parte sono partiti i saluti romani accompagnati dal canto dell’Inno d’Italia e dall’altra parte è stata intonata ‘Bella Ciao’. Il secondo pullman è arrivato con qualche ora di ritardo rispetto al primo, verso le 2 di notte, a causa di un guasto che l’ha bloccato in prossimità di Salerno. Le preoccupazioni riguardano soprattutto un gruppo di abitanti di Tre Coni, frazione del comune dove c’é un grande centro residenziale con villette, le cui mura di cinta confinano con quelle del centro, dove attualmente ci sono già 270 migranti circa. “E’ un problema di numeri – spiega Andrea – non siamo contro gli extracomunitari, ma la grossa quantità rispetto agli abitanti qui crea sofferenze. In questa frazione ci sono circa 1.500 residenti e molti lamentano episodi di degrado e sporcizia provocati proprio dalle persone che provengono dal centro”. Ieri i residenti della zona si sono riuniti per fare il punto della situazione in vista dell’arrivo dei nuovi ospiti del centro. La scorsa notte, dicono, è persino comparso uno striscione che qualcuno è riuscito a fotografare, dove si chiedeva al Papa di “portarli a San Pietro”. A schierarsi con il fronte del ‘no’ ai nuovi ospiti è anche Pasquale Boccia, ex sindaco del paese, candidato in passato con il Pd e con alle spalle 10 anni di amministrazione: “C’é rancore nei residenti, che si sta trasformando in odio verso questa situazione. Non si può tenere un gruppo così massiccio di migranti senza fare nulla”.

Nella parte alta di Rocca di Papa, al centro del paese, gli abitanti invece si dicono “tranquilli, noi non abbiamo mai avuto problemi ma è pur vero che siamo più distanti da centro”. La struttura ‘Mondo migliore’ da due anni accoglie i migranti ed è dotata di 600 posti letto, anche se fino a ieri ospitava 270 persone. All’interno ci sono una chiesa e una moschea, scuole di italiano per stranieri e gli ospiti spesso vengono impiegati per svolgere alcune attività del centro. Nei corridoi ci sono anche alcune foto giganti: tra queste, alcune immagini testimoniano i segni delle torture che alcuni ospiti portano sulla loro pelle.

REP.IT

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