Locomotiva Usa ridà fiato ai listini, a Piazza Affari (+0,7%) sprint di Ferrari
–di A. Fontana e S. Arcudi
Riscatto nel finale per le Borse europee, che, dopo una seduta senza sussulti attorno alla parità, hanno tratto vantaggio dai nuovi record di Wall Street, innescati dal rialzo superiore alle previsioni del Pil del secondo trimestre (+4,2%, contro le stime per +4,1% la lettura intermedia del dato). A Milano il FTSE MIB ha aumentato i rialzi nel finale chiudendo in rialzo (+0,68%), così come Parigi (+0,3%) e Francoforte (+0,27%), mentre Madrid è riuscita a limitare i cali dopo essere arrivata a cedere l’1% circa, penalizzata dal tonfo di Inditex (-5,9% circa), la società che controlla Zara. Londra (-0,6% circa) ha invece scontato le indiscrezioni sui ritardi nel negoziato per la Brexit. Proprio questo, secondo gli operatori, ha generato cautela sui mercati finanziari (secondo Bloomberg news non verrà rispettata la scadenza di ottobre per trovare un’intesa tra Unione europea e Regno Unito). Incertezza invece sul fronte commerciale: gli investitori, che avevano brindato all’accordo commerciale tra Stati Uniti e Messico di lunedì, cercano ora di capire cosa farà il Canada, che finora è stato parte del Nafta con Washington e Città del Messico, ma dovrà ora riaprire negoziati alla luce della nuova intesa tra le controparti. Una schiarita su questo fonte è arrivata nel finale di seduta, con il Governo canadese che si è detto «ottimista» sul fatto che le «conversazioni saranno costruttive».
Atlantia ancora giù: Castellucci apre a Cdp, proroga spetta a ministero
A Piazza Affari l’osservata speciale è sempre Atlantia (+0,19%): in un’intervista l’amministratore delegato Giovanni Castellucci ha aperto alla possibilità di un ingresso di CdP nell’azionariato, ma ha escluso un progetto di nazionalizzazione. Non si è fatta attendere la risposta del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, che ha escluso l’ipotesi di una partecipazione statale nella società per «salvarla in Borsa». Ancora deboli banche e utility, ma il fanalino di coda è stato Telecom Italia (-1,41%), scivolato ai minimi da settembre 2013 e in calo dell’11% da inizio agosto.
Ferrari in prima fila, deboli utility e banche
Spicca invece Ferrari sulla scia dell’annuncio della quotazione alla Borsa di Londra di un altro marchio delle auto di lusso, Aston Martin. Sul Ftse Mib il quadro complessivo replica quello di ieri con i titoli delle società più esposte verso gli Stati Uniti a beneficiare degli accordi commerciali con il Messico e puntando su intese anche tra Washington e Ottawa: Cnh Industrial e Brembo sono tra le migliori, tra gli industriali bene anche Prysmian(+1,95%), che si è aggiudicata tre progetti in Francia, per un valore di oltre 220 milioni di euro. A passo alternato invece le utility, con Snam Rete Gas (-1,68%) la peggiore del Ftse Mib, Terna (+0,26%) in leggero aumento e A2a (+0,88%) positiva, mentre non è ancora stata dipanata la matassa delle concessioni. Le banche, così come i finanziari in generale, non hanno brillato, sulla scia delle incertezze politiche e l’ulteriore calo della lira turca (-2,6% sul dollaro e -2,45% sull’euro), determinato dal fatto che l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il rating di svariate banche del Paese.
Fuori dal listino principale giù Cucinelli, bene Juventus
Pesante il rosso di Brunello Cucinelli che ieri ha comunicato i dati del primo semestre con utile e fatturato in crescita. Il debito è calato – invece – per gli analisti meno delle attese. Jefferies ha deciso di abbassare il rating sul titolo hold. Si ferma il recupero di Bca Carige dopo le indiscrezioni de Il Sole 24 Ore secondo cui l’azionista Sga (titolare del 5%) potrebbe decidere di uscire dall’investimento in tempi brevi. Tra i minori strappa ancora Juventus Fc. Bene Maire Tecnimont che ha ieri ha annunciato due contratti in India. Sull’Aim Italia, spicca Clabo che ha annunciato i conti semestrali e ha raggiunto un accordo per la fornitura delle vetrine Starbucks in Asia. Nel resto d’Europa, pesa su Madrid il tonfo di Inditex (il gruppo dell’abbigliamento a marchio Zara) dopo che gli analisti di Morgan Stanley hanno raccomandato di ridurre l’esposizione al titolo.
In Europa tonfo Inditex (Zara), Tlc deboli
Per quanto riguarda le Borse estere, Madrid ha ridotto le perdite nel finale, ma ha comunque risentito del calo di Inditex (-5,66%). La società, che controlla la catena Zara, è scesa al passo più rapido in sei mesi dopo che Morgan Stanley ha tagliato la valutazione da «equalweight» a «underweight» e ha abbassato il target di prezzo, spiegando che gli investimenti previsti sono in discesa da tempo. Poco mosso il settore delle Tlc(l’indice Euro Stoxx 600 Telecomunicazioni ha perso lo 0,07%), con Orange (-0,07%) debole a Parigi e Deutsche Telekom (+0,39%) in leggero rialzo a Francoforte. Ha fatto eccezione Cellnex Telecom, in aumento dell’1,05% a Madrid. Si è invece attestato in generale calo il settore delle vendite al dettaglio (indice di settore Euro Stoxx 600 -0,98%). Male infatti Carrefour (-1,11%) a Parigi. Piatta infine a Parigi Pernod Ricard, dopo che il secondo più grande gruppo di alcolici ha chiuso l’anno 2017-2018 con una crescita del 13% dell’utile netto a 1,577 miliardi beneficiando di una riduzione del debito e della forte crescita del cognac in Cina.
Euro torna sotto quota 1,17 dollari, petrolio su dopo scorte Usa
Sul mercato dei cambi, l’euro resta sotto quota 1,17 dollari, soglia toccata alla vigilia: la moneta unica vale 1,1699 dollari, contro gli 1,1676 dollari dell’apertura e gli 1,1714 di ieri in chiusura e 130,745 yen, contro i 129,88 yen dell’apertura e i 130,17 della chiusura di ieri, mentre il rapporto dollaro/yen è a 111,736. Secondo alcuni operatori si tratta di una correzione tecnica dopo la recente corsa. Secondo gli analisti di Mps Capital Services, la correzione della moneta unica sarebbe dovuta alle indiscrezioni sulla volontà del Governo italiano di chiedere alla Bce una nuova forma di «scudo» dalle turbolenze dei mercati attraverso il varo di un nuovo programma di acquisti che attenui così l’uscita dal Quantitative Easing prevista nel 2019.
Il prezzo del petrolio è tornato a salire in area 69 dollari al barile per quanto riguarda il contratto ottobre del Wti e in area 76 per la medesima scadenza del Brent: le scorte americane di greggio sono calate più delle previsioni. In discesa anche gli stock di benzina e distillati.
Asta BoT: assegnati semestrali per 6 mld, rendimento sale allo 0,438%
Grande richiesta nell’asta dei BoT semestrali che ha visto assegnati titoli per 6 miliardi con un rendimento in forte crescita. Nell’asta di fine mese i titoli (a 181 giorni con scadenza 28.02.19) informa la Banca d’Italia, sono stati assegnati a un tasso medio ponderato semplice dello 0,438% in crescita di 37 punti base rispetto all’asta di luglio (0,066%). La richiesta del mercato è stata di 11,232 miliardi a fronte di un’offerta del Tesoro fissata a 6 miliardi (rapporto di copertura di 1,87). La data di regolamento è il prossimo 31 agosto.
Pil Usa cresce più delle stime, in calo dato immobiliare
La crescita economica americana si è rivelata più forte del previsto nel secondo trimestre del 2018. Dalla seconda lettura del dato diffusa dal dipartimento al Commercio, emerge che il Pil è cresciuto al tasso annuale del 4,2%. Gli analisti si aspettavano un +4,1%, in linea con la prima stima. Il dato è il migliore dal +4,9% registrato nel terzo trimestre del 2014 ed è nettamente superiore al trimestre precedente, quando gli Stati Uniti avevano registrato un +2,2%. Nel quarto trimestre del 2017 c’era stato un +2,9%, nel terzo un +3,2%, nel secondo un +3,1% e nel primo un +1,4%. L’attuale espansione dell’economia, iniziata a metà 2009, è la terza più lunga di sempre e potrebbe diventare la seconda; fino a ora era stata a un ritmo modesto rispetto a quanto visto nel secolo scorso ma il dato odierno mostra un’accelerazione anche se molti analisti credono possa rappresentare un picco. Da segnalare anche che a luglio il numero di compromessi per la vendita di case esistenti negli Stati Uniti è sceso. Il dato, reso noto dall’associazione di settore National Association of Realtors, è diminuito dello 0,7% a 106,2 punti rispetto a giugno. Gli analisti attendevano un dato invariato. È stato il settimo mese di fila con un calo annuo.
Spread scende sotto 280 punti, rendimento fermo al 3,18%
Chiusura in netto calo per lo spread tra BTp e Bund. Sul mercato secondario Mts, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005323032) e il pari scadenza tedesco ha terminato la seduta a 271 punti base, in flessione di 10 centesimi rispetto al riferimento precedente. Scende sensibilmente anche il rendimento del BTp decennale benchmark, indicato in chiusura al 3,12% dal 3,19% segnato alla vigilia.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)