La svolta di Matteo Salvini: dalle coalizioni al partito-persona
Salvini si sta preparando a diventare presidente del Consiglio e non solo. Questi pochi mesi di governo, da vicempremier e ministro dell’Interno, sono stati il banco di prova per dimostrare la sua capacità politica, che il suo dire è anche il suo fare.
Dopo anni di minacce all’Europa lanciate dai talk show, Salvini ora che siede al Viminale sta mostrando il muso duro ad ogni occasione, dai migranti al deficit, imponendo ogni giorno alla Ue il tema Italia.
Tanto duro e strafottente da ringraziare i pm di Agrigento che indagandolo per arresto illegale dei migranti ospitati a bordo della Diciotti gli hanno fatto un “favore” in termini di popolarità e di populismo. Perchè l’arte del Segretario del Carroccio di rigirare ogni circostanza in suo vantaggio, rendendola funzionale al suo operato si sta trasformando in una strategia vincente.
La capacità di capire “il popolo”
Salvini parla e incarna il pensiero da bar, quello dell’uomo comune che si informa su Facebook e per questo risulta intellegibile a tutti. Comprende dove vanno gli umori e li accarezza senza guardare in faccia nessuno e aggirando i doveri di un ministro dell’interno, chiamato per funzione a garantire l’ordine pubblico.
Salvini ha interpretato questo ruolo con la stessa muscolosità degli anni più bui della nostra Repubblica, dividendo le persone in categorie, tra quelle che hanno diritti e quelle che hanno solo doveri. Una politica che richiama altre epoche, ma che si sta riaffacciando brutalmente in Italia e in Europa dove i movimenti della destra estrema sono sempre più presenti nelle piazze.
Per questo le prossime elezioni europee saranno il banco di prova per la tenuta della federazione europea così come pensata da Altiero Spinelli nel manifesto di Ventotene, come uno spazio senza muri e dove i diritti e la crescita personale fossero garantiti a tutti.
Dalla prossima primavera la maggioranza del parlamento di Bruxelles potrebbe essere in mano alla “Lega delle Leghe“, progetto caldeggiato da Salvini, Orban, Farage e Le Pen.
Sull’onda italo-ungherese tutte le forze populiste presenti in Europa si stanno rafforzando e ora i burocrati europei cominciano a essere seriamente preoccupati della svolta che potrebbe prendere la politica europea, dove le sinistre stanno toccando il loro minimo storico, lasciando campo aperto a questa ondata di populismo dilagante.
Per questo l’autunno promette di essere particolarmente caldo. Tutti i partiti sentono l’urgenza di riorganizzarsi in fretta in vista dell’appuntamento elettorale europeo, dalla sinistra di Potere al Popolo al Pd, passando per Forza Italia e tutti quei partiti che negli ultimi tempi stanno vivendo una crisi profonda. Non tutti hanno le idee chiare su come affrontare la prova senza sparire, ma Salvini si.
Arrivata al governo con il 17 per cento, la Lega in pochi mesi ha sfiorato il 30 per cento e l’obiettivo è quello di fagocitare tutti i voti del centro destra, da Forza Italia a Fratelli d’Italia.
Il prossimo 5 settembre il Tribunale di Genova potrebbe confermare il sequestro dei conti della Lega, per recuperare i 49 milioni di euro di rimborsi elettorali che secondo l’accusa sarebbero stati utilizzati in maniera illecita durante la segreteria di Umberto Bossi.
Un pignoramento che di fatto bloccherebbe ogni tipo di attività del partito, ma che sarebbe l’occasione per creare un soggetto nuovo intorno alla figura del leader. Una sorta di federazione salviniana, dove ognuno rinuncia al simbolo di provenienza per sposare la linea di Matteo Salvini. Massima espressione del partito persona che vedrebbe finalmente Matteo Salvini candidato unico e indiscusso alla Presidenza del Consiglio.
Dalla coalizione al partito del leader
Così il leader leghista potrebbe spazzare via il centrodestra stesso, come concepito fino ad oggi, e federare intorno a sé quanti condividono la visione securitaria che sta imprimendo alla sua esperienza di governo, che i sondaggi mostrano piacere anche ad una parte dell’elettorato 5 stelle.
Alle prossime elezioni quindi potremmo avere uno scenario nuovo, senza coalizioni di partiti attaccati con la colla per l’occasione elettorale, ma solo grandi partiti contenitore con dei leader carismatici.
Matteo Salvini ha capito che i partiti non servono più che sono contenitori vecchi per una società che è sempre più liquida e in movimento.
Per orientarla basta Facebook e qualche foto ben scattata. Il consenso, come i like poi vengono da soli. Questa è la strada intrapresa per scalare Palazzo Chigi e i palazzi di Bruxelles.
Sarà un autunno caldo e in Europa c’è già chi ha iniziato a sudare freddo.
PANORAMA