Genova tra incubi e realtà: chiuso un altro ponte

Matteo Politanò

 

In attesa di novità sulle indagini, due settimane dopo il disastro di ponte Morandi Genova deve fare i conti con il dolore per le 43 vittime e con le nuove fobie di chi è ancora sotto shock. Un trauma di massa che rischia di diventare psicosi, soprattutto considerando gli oltre 1200 ponti costruiti nel capoluogo ligure.

Le segnalazioni

Fin dalle ore immediatamente seguenti alla tragedia sono state centinaia le segnalazioni di ponti pericolanti in tutta Italia, una lista di viadotti e cavalcavia a rischio che adesso terrorizza. Lo scorso 22 agosto il quotidiano di Genova, Il Secolo XIX, ha pubblicato la lista di 23 ponti “malati ufficiali” nel territorio di Genova, richieste di manutenzione che le istituzioni non possono più ignorare.

La chiusura del ponte Don Acciai

Nelle scorse ore il ponte Don Acciai, nel quartiere genovese del Lagaccio, è stato chiuso dopo la relazione tecnica del Comune che parla di “misurazioni effettuate dove risultano sollecitazioni superiori a quelle che si dovrebbero registrare in condizioni di uso normale del ponte». Il cavalcavia era stato già chiuso a metà agosto, dopo il dramma, ma era stato poi riaperto con viabilità alternata. “Ci sono cedimenti che hanno portato a sollecitazioni inattese e non previste e ne consigliano la chiusura anche se sono necessari ulteriori accertamenti” riporta la relazione. In queste ore è in corso una riunione tecnica per decidere la viabilità alternativa della zona e il piano di manutenzione del ponte.

La paura di guidare

A Genova la tragedia del Morandi è destinata a lasciare segni indelebili sulla sua gente. Il crollo del ponte ha infatti cambiato irrimediabilmente una sensazione che tutti davano per scontata, quella di essere al sicuro sulle strade italiane. Un ponte che crolla sotto i piedi di chi guida è un nuovo incubo, una lacerante tragedia che può sconvolgere la vita e aumentare le fobie. Si registrano crescenti casi di amaxofobia, la paura di guidare un automezzo. Un disturbo altamente invalidante che può avere importanti ricadute negative nella quotidianità della persona in termini di limitazioni nella vita sociale e lavorativa.

La psicosi da crollo

Le immagini della catastrofe hanno generato ansia e paura in tanti italiani. Diverse persone hanno manifestato anche traumi legati all’agorafobia, paura degli spazi aperti che in questo caso riguarda soprattutto i passaggi soprelevati. Vertigini, palpitazioni e respiro spezzato sono alcuni dei sintomi più comuni per coloro che non hanno superato il trauma di massa del Morandi. Una reazione che non va sottovalutata e che nei casi più acuti va affrontata insieme ad uno psicologo. Condividere l’angoscia aiuta infatti a superare il dolore e le paure, la razionalità è il primo passo per ricominciare a vivere.

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