La pace fiscale “cambia”: spunta una nuova idea ​al posto del maxisconto

La pace fiscale cambia. Quella “rivoluzione” promessa da Matteo Salvini e confermata anche dal ministro dell’Economia Tria starebbe prendendo una china diversa da quella prospettata nei primi tempi.

“Tocca al governo semplificare il sistema fiscale – diceva il ministro dell’Interno a giugno – ridurre le tasse e, da subito, chiudere tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”.

Il progetto, su cui la Lega aveva già presentato un disegno di legge in parlamento, secondo Italia Oggi si sarebbe però scontrato con i conti dello stato e con il rischio che la Corte Costituzionale o la Corte di giustizia la dichiarassero incostituzionale.

L’idea era quella di favorire “l’estinzione del debito mediante un saldo a stralcio dell’importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà”. Quella rottamazione totale degli arretrati, che secondo il governo avrebbe dovuto portare nella casse dello Stato qualcosa come 55 miliardi, pare che non si possa fare.

Secondo quanto scrive Italia Oggi, infatti, “le ultime indiscrezioni danno per accantonata l’idea originariamente enunciata nel contratto di governo”. E con cosa verrà sostituita? Secondo il quotidiano, “si punterebbe sul potenziamento di alcuni strumenti deflativi del contenzioso già presenti nel nostro ordinamento”. In sostanza ravvedimenti operosi, accertamenti con adesione, chiusura delle liti fiscali e chissà pure una voluntary disclosure sui capitali all’estero (con una aliquota tra il 25 e il 20%). “Infine – conclude Italia Oggi – si prevederebbe la possibilità di chiudere il contenzioso con uno sconto variabile tra il 50 e l’80% in funzione del grado di giudizio”.

Insomma: non sarà una pace fiscale definitiva. Ma un primo passo verso chi è in difficoltà, senza peraltro rischiare di entrare in un contenzioso giudiziario sulla legittimità della legge.

IL GIORNALE

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