Vaccini e scuola, presidi: “Ritirare l’emendamento che rinvia l’esclusione”
Roma, 4 settembre 2018 – Con l’ormai vicinissima riapertura delle scuole, torna a montare anche la polemica sui vaccini obbligatori. Nel mirino di molti osservatori resta ‘l’obbligo flessibile’, un quasi ossimoro difficile da applicare in pratica. E sia dai presidi che dai medici – che sono stati sentiti in audizione davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio – arriva un appello a fare chiarezza. Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, esemplifica la situazione: “Secondo la legge Lorenzin i bimbi per poter accedere a nidi e scuole dell’infanzia devono portare la certificazione dei vaccini fatti, secondo la circolare ministeriale è sufficiente l’autocertificazione. Questo crea una situazione di grande confusione all’avvio dell’anno scolastico”.
I PRESIDI – In audizione alla Camera, il presidente dell’Associazione presidi Antonello Giannelli chiede a gran voce che si impedisca l’ingresso a scuola ai bimbi non vaccinati: “Va ritirato l’emendamento che rinvia l’applicazione dell’esclusione della frequenza per i bambini non vaccinati: se passa, abbiamo per questo anno scolastico un rischio di insicurezza per la salute”, spiega. “Ci sono 10 mila bambini che non possono vaccinarsi per varie ragioni – continua Antonelli – E assegnare questi bambini a classi particolari non è possibile sia dal punto di vista organizzativo sia perché significa è una forma di segregazione che ripugna”.
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I MEDICI: TUTELARE LA SALUTE PUBBLICA – “I medici considerano non giustificabile il rinvio dell’obbligo di presentare la certificazione della vaccinazione per l’iscrizione all’anno scolastico 2018-2019″, ha detto Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) in relazione all’articolo 6 del Milleproroghe che, se approvato in via definitiva, dilazionerebbe di un anno l’applicazione della legge sull’obbligo vaccinale.
“Per noi medici i vaccini sono uno strumento fondamentale di tutela della salute pubblica. L’eliminazione dell’obbligo potrebbe essere interpretata come un atteggiamento antiscientifico“. Quindi “auspichiamo un’offerta vaccinale attiva, in cui siano escluse tutte le possibili barriere sia organizzative che economiche alla vaccinazione”.
REZZA (ISS): I NO VAX SOLO LO 0,7% – “La sospensione dell’obbligo vaccinale potrebbe essere una decisione avventata e sconveniente: vorrebbe dire bloccare una legge che sta dando frutti”, sottolinea in audizione Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
Per Rezza “non è il caso di fare un decreto di emergenza sul tema vaccini. Miglioramenti della legge si possono fare – ha sostenuto – ma con calma e cautela, senza creare sconcerto e confusione soprattutto nei genitori che passerebbero così nel giro di pochi mesi dall’obbligo alla sospensione”.
Rezza inoltre rende note le cifre raccolte finora rispetto all’aumento delle coperture vaccinali da quando è entrata in vigore la legge Lorenzin: incremento dell’1,2% per l’esavalente e del 4,4% in pochi mesi per il morbillo, che così ha consentito di arrivare al 91-92% di copertura, rispetto al 95% previsto dall’Oms per la cosiddetta coperture di gregge. “L’Oms aveva previsto l’eliminazione delle epidemie di morbillo in Europa entro il 2015. Se non è accaduto è anche colpa dell’Italia, al secondo posto dopo la Romania per numero di casi”.
Sul morbillo, prosegue l’esperto, “eravamo nel 2017 secondi in Europa dietro la Romania, quest’anno siamo al quarto posto dietro Grecia, Romania e Francia”. La situazione sta quindi migliorando, “è importante per il morbillo continuare a tenere le coperture vaccinali molto alte, ora stiamo toccando il 91-92%.
Poi un’altra considerazione: “I no-vax, secondo nostre indagini, rappresentano lo 0,7% della popolazione“, eppure sono fasce che “risultano particolarmente rumorose, specie sui media”. Secondo l’esperto, “in Italia c’è una fase contingente” composta da “bassa cultura scientifica e grande risalto sui media, molto più ampio rispetto a quella che è la consistenza numerica di questi gruppi; inoltre registriamo molte critiche alla classe medica a causa di informazioni discordanti date ai genitori, da lì nascono paura e diffidenza nei confronti dell’atto vaccinale. Il genitore arriva a dire ‘mio figlio è sano, perche devo fargli una puntura?'”.
GARATTINI: IN FRANCIA 11 OBBLIGATORI – “Cambiare la legge sull’obbligo vaccinale sarebbe un grave errore, cambierebbe un orientamento che ormai era largamente accettato perché la maggior parte della gente aveva capito il senso dell’obbligo. Non vaccinare creerebbe problemi. Quanto all’obbligatorietà flessibile basta conoscere un minimo l’italiano per sapere che è impossibile combinare le due cose”, dice Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.
“In Francia ci sono 11 vaccini obbligatori, eppure nessuno dice nulla, nessuno protesta, nessuno nel Parlamento si occupa di questo. Come mai? – si chiede Garattini – Credo che nel nostro Paese la scienza non faccia parte della cultura. E’ ritenuta utile per tante ragioni, ma poi non fa parte della nostra cultura perché non si insegna nelle scuole. Vengono insegnate materie scientifiche, ma non i principi della scienza”.
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