Lo spread torna sotto 270 punti. Le banche spingono Piazza Affari (+1%)
di C. Di Cristofaro e S. Arcudi
Seduta negativa per le Borse europee, messe sotto pressione dal braccio di ferro sul commercio tra Stati Uniti e Cina, dai dubbi sui colloqui sul Nafta tra Washington e il Canada e dalla crisi di Argentina e Turchia. Parigi ha perso l’1,31%, Madrid lo 0,05%, Francoforte l’1,1% e Londra lo 0,6% circa, complice anche il ribasso del comparto auto (l’indice di settore Euro Stoxx 600 Auto ha ceduto più dello 0,8%). In questo contesto ha fatto eccezione Milano (+1,01%), unica in positivo e in accelerazione nel finale, sostenuta dal comparto bancario, che ha visto brillare in particolare Intesa Sanpaolo (+5,18%), Ubi Banca (+4,74%), che ha allungato il passo dopo il report positivo di JPMorgan, e Finecobank (+3,45%), che ha aggiornato i massimi storici con un guadagno superiore al 25% da inizio anno. A dare slancio al settore è stato il calo sotto quota 270 punti dello spread tra il rendimento dei BTp decennali e quello dei Bund di pari scadenza (268 in chiusura, era sceso fino a 266 durante la seduta): il mercato ha apprezzato il rinnovato impegno del Governo (annunciato dal vicepremier Matteo Salvini) di rispettare i vincoli europei in vista della prossima Legge di bilancio. Sostegno è arrivato anche dalle indiscrezioni del Sole 24 Ore sui risultati degli stress test: le simulazioni dovranno essere consegnate domani e i risultati arriveranno il 2 novembre, ma tra gli operatori il clima è positivo e c’è fiducia nel fatto che le «pagelle»saranno positive. In coda al listino invece Telecom (-5,41%, dopo essere arrivata a perdere il 6% circa), che si conferma ai minimi dal 2013 dopo il report negativo di Exane e i dati sul numero di utenti in Italia della neoarrivata Iliad (il gruppo francese è stato tra i migliori a Parigi con un rialzo del 6,8%, ma era arrivato anche a +8%). Per tentare di arginare l’emorragia del titolo, l’amministratore delegato Amos Genish ha investito nel gruppo e ha comprato 1 milione di azioni per 523.000 euro, come voto di fiducia nel gruppo. Male anche Mediaset (-3,39%), sulla scia della possibilità che la contesa con Vivendi sulla sterilizzazione delle azioni non troverà una soluzione rapida (Vivendi non ha affidato a un blind trust la quota di Mediaset che non poteva detenere, come fatto valere dall’Agcom, ma ha invece intestato le azioni eccedenti a una fiduciaria con annesso diritto di voto a suo favore).
Giù Telecom: pesano il giudizio di Exane e clienti di Iliad
Nuovo brusco scivolone per il titolo Telecom Italia che segna la performance peggiore del listino principale, aggiornando i minimi dal 1 settembre 2013. Le azioni risentono del giudizio negativo degli analisti di Exane che hanno abbassato il rating a underperform. Inoltre, secondo un operatore, pesano anche i risultati del primo semestre di Iliad, che riportano l’attenzione sulla pressione competitiva che sta penalizzando Telecom. Iliad ha comunicato un aggiornamento sulla clientela acquisita in Italia fino ai primi giorni di agosto. Iliad ha riportato 635mila clienti mobili in Italia a fine giugno, 1 mln al 18 luglio e 1,5 mn nei primi giorni di agosto. «La progressione della base clienti rimane quindi molto solida – commentano gli analisti di Equita – con un run rate di circa 20mila nuovi clienti al giorno nel primo mese di attività, proseguito su livelli simili fino al 18 luglio e in accelerazione nella seconda metà di luglio/inizio agosto (probabilmente intorno ai 25mila clienti al giorno). Con questo run rate, pur ipotizzando un rallentamento nella seconda metà di agosto, i 2 milioni di clienti dovrebbero essere raggiunti nel corso della prima metà di settembre», secondo Equita. Di contro vola il titolo di Iliad a Parigi, dove è arrivato a guadagnare quasi il 9%.
Pininfarina brillante dopo l’investor day
Pininfarina sale quasi del 5% nel giorno dell’investor day della società. Piace il fatto che la società ha confermato la previsione di crescita per il 2018, ha deciso di puntare maggiormente sugli Stati Uniti e non emetterà un profit warning nonostante la sospensione di un importante contratto in Iran, compensato da altri accordi siglati nel corso dell’anno. Nella seconda parte della seduta, il titolo ha accelerato il passo, arrivando a guadagnare quasi il 5% a un massimo di seduta di 2,675 euro per azione e assestandosi su un incremento del 4,72% a 2,665 euro. Durante l’investor day l’amministratore delegato Silvio Pietro Angori ha spiegato che «è continuare nella valorizzazione del marchio, puntando a consolidarci ulteriormente come brand di lusso». La società punta inoltre a un rafforzamento sul mercato americano, per questo da inizio 2019 sarà operativo un nuovo centro di design a Los Angeles, con l’obiettivo di aumentare la quota di mercato di Pininfarina e il riconoscimento del marchio in Nord America. Il Ceo ha infine spiegato che il gruppo «non crescerà solo per linee interne» e farà in futuro delle acquisizioni, anche se «è troppo presto per dire quali ma restate in ascolto».
Il dollaro spinge l’euro sotto 1,16. Vendite sulle valute emergenti
Dollaro in apprezzamento contro tutte le principali valute sul mercato valutario. Il biglietto verde, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, beneficia del diffuso clima di ‘risk-off’ sui mercati emergenti, scatenato dalla crisi argentina e rinforzato dalle incertezze sul commercio internazionale. L’euro/dollaro subisce la forza del biglietto verde e arriva a scambiare sotto 1,16, mentre la sterlina ha perso terreno nella giornata di ieri, con il cambio euro/sterlina salito sopra 0,90 in seguito al deludente dato sul Pmi britannico. Il mercato guarda con preoccupazione alla situazione argentina: il presidente Macrì ha annunciato ieri la reintroduzione di una tassa di emergenza sulle esportazioni agricole, con l’intenzione di segnalare al mercato più rigore nella disciplina fiscale: la mossa non sembra convincere gli investitori dal momento che il peso argentino si muove vicino ai minimi storici. Poco convincente anche l’annuncio della banca centrale turca di un prossimo intervento ad argine dell’inflazione, che non ferma l’indebolimento della lira. La paura del contagio ha scatenato un sell-off generalizzato sulle valute emergenti, che ha colpito in particolare real brasiliano e rand sudafricano.
In Usa dati in chiaroscuro su manifatturiero e costruzioni
L’attività manifatturiera americana ha rallentato il passo ad agosto: il dato finale che ne misura l’andamento si è attestato in calo rispetto al mese precedente e alla lettura intermedia. L’indice manifatturiero Pmi, redatto da Markit, si è portato a 54,7 dai 55,3 punti di luglio e dai 55,2 punti della lettura preliminare. Viceversa, si è attestato in aumento a 61,3 punti l’indice manifatturiero stilato da Ism, battendo le stime. Sotto le previsioni invece i dati sulle spese per costruzioni, cresciute in luglio di un modesto 0,1%.
Petrolio in rialzo
Tornano alla normalità oggi gli scambi sulle principali materie prime dopo il giorno di festività negli Usa. Il Wti ha aperto sopra i 70 dollari al barile e il Brent è ben intonato sopra i 78 dollari al barile, grazie a una tempesta tropicale in arrivo nel Golfo del Messico che ha portato alla chiusura di due piattaforme petrolifere.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)