M5s-Lega: nuovo ponte di Genova in un anno | Toninelli denuncia “pressioni” e scoppia la bagarre alla Camera
Il nuovo ponte a Genova sarà ricostruito entro un anno. Lo prevede la risoluzione congiunta di M5s e Lega, approvata alla Camera con 296 sì, 129 no e 98 astenuti, dopo una movimentata seduta. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha infatti accusato di aver “desecretato le concessioni nonostante le pressioni subite”. La frase ha scatenato la reazione delle opposizioni: “Vada in procura e faccia i nomi”. Bagarre in Aula.
Toninelli: “Autostrade non realizzerà il ponte” – Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli è intervenuto in un’Aula gremita in ogni ordine di posto e dal clima rovente, con il presidente Roberto Fico che ha fatto osservare un minuto di silenzio e ha chiesto “scusa a nome dello Stato” alle vittime della tragedia. Il ministro ha quindi ribadito che Autostrade non realizzerà il nuovo ponte ma dovrà sostenerne i costi ed i soldi che la società metterà per i lavori rappresenteranno solo una minima parte del risarcimento dovuto.
“Il governo è compatto nel ritenere che i lavori di ricostruzione del ponte non possano essere affidati ed eseguiti da chi giuridicamente aveva la responsabilità di non farlo crollare”, ha detto Toninelli, sottolineando che “lasciare ad Autostrade la ricostruzione del viadotto sarebbe una follia e irrispettoso nei confronti dei familiari delle vittime” per cui “la ricostruzione sarà affidata a un soggetto pubblico”, però “mantenendo in capo” ad Aspi “l’ovvio onere dei costi”. Ma il ministro precisa anche che “l’integrale finanziamento dell’opera rappresenta solo una minima parte del risarcimento dovuto”.
Toninelli: “Pressioni per non pubblicare concessioni”, esplode la bagarre in Aula – La frase incriminata, che ha creato momenti di tensione, è arrivata parlando della pubblicazione delle concessioni sul sito del Mit. “Nonostante le pressioni, interne ed esterne, che abbiamo subito, abbiamo messo a disposizione della collettività atti che tanti cittadini nel corso degli anni hanno richiesto all’Amministrazione, vedendosi sempre sbattere portoni in faccia”, ha detto Toninelli.
Opposizione: “Faccia i nomi, resoconto del verbale dell’Aula sia mandato ai giudici” – La dichiarazione ha fatto immediatamente scoppiare la bagarre in Aula. NcI, FI, e Pd hanno chiesto al ministro di “fare i nomi” di chi gli ha fatto pressioni, di recarsi in Procura e di inviare “il resoconto del verbale dell’Aula” alla magistratura.
Il presidente Roberto Fico ha spiegato che i “verbali sono pubblici”, ma a quel punto è scattata la polemica con le opposizioni che hanno insistito sulla richiesta rivolta a Toninelli di fare i nomi.
Il provvedimento di urgenza per Genova – Nella sua comunicazione Toninelli ha annunciato poi che il governo sta predisponendo un provvedimento d’urgenza per Genova e metterà in campo aiuti a famiglie ed imprese, sotto forma di sostegno per mutui e agevolazioni fiscali per le aziende, promettendo che tutte le persone sfollate, 255 famiglie per un totale di 566 persone “riceveranno una sistemazione entro 3 mesi”. E ricorda che finora sono stati stanziati 33,47 milioni di euro per l’attuazione dei primi interventi
Toninelli: “Autostrade fu un regalo di Prodi e D’Alema” – “E’ giunto il momento di fare i nomi e i cognomi dei responsabili di questo gigantesco regalo della cosa pubblica ai privati: questo banchetto è iniziato sotto i governi di Prodi e D’Alema negli anni 90”. Così il ministro Toninelli in Aula parlando della concessione data ai Benetton. “Il 1999 è l’anno della privatizzazione delle autostrade costruite con soldi pubblici e già quasi interamente ripagate; erano gli anni in cui lo Stato avrebbe potuto incominciare a trarre utili per lo sviluppo del Paese, guadagni che sono stati trasferiti ai privati”, ha sottolineato. “Nel 2006-2007 è stata stipulata ancora sotto il Governo Prodi l’attuale convezione che regola i rapporti tra lo Stato e i concessionari. A conferma dell’affinità tra i governi di Centrosinistra e Centrodestra, che come Movimento Cinque Stelle abbiamo sempre denunciato, questa convenzione è stata poi blindata definitivamente addirittura con una legge dello Stato dal successivo Governo Berlusconi nel 2008. Così sono stati messi in cassaforte i privilegi dei concessionari privati. La continuita’ non si ferma a Prodi e Berlusconi, ma è proseguita fino ai Governi Renzi e Gentiloni”, ha detto il ministro.
“Dovete infatti sapere che i concessionari non guadagnano solo dai pedaggi ma anche dai lavori sulle infrastrutture in gestione. Non mi stupisce, quindi, che nell’ultima legge di bilancio dello scorso dicembre sia stata inserita la norma scandalosa votata dal Partito democratico e dai suoi alleati con cui le concessionarie hanno ottenuto un ulteriore bottino: la quota di lavori che può essere effettuata direttamente dalle società che fanno capo al concessionario, senza essere affidati ad altre imprese, è passata dal venti al quaranta percento”, ha concluso Toninelli.
TGCOM