Zagabria-  Una cassaforte che potrebbe contenere un tesoro storico e avvolto ormai dalla leggenda è stata rinvenuta da un gruppo di sommozzatori nel relitto della nave ammiraglia Re d’Italia, affondata nell’Adriatico nel 1866 nella celebre battaglia navale di Lissa (Vis in croato). Erano i giorni della Terza guerra di indipendenza italiana e la Marina austroungarica affondò la nostra nave, causando la morte di quasi quattrocento marinai. Ad annunciare la scoperta è stato, parlando con i media croati, Lorenzo Marovic, responsabile di una squadra di esploratori e cacciatori di tesori sommersi.

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Seconda una leggenda che si racconta da un secolo e mezzo, al momento dell’affondamento la fregata corrazzata della Regia Marina trasportava un carico d’oro che sarebbe dovuto servire per affrontare i costi del governo provvisorio italiano in Dalmazia, in caso di vittoria della Marina militare italiana sull’Austria.

Lorenzo Marovic e il suo gruppo di sommozzatori hanno localizzato la cassaforte, ma nessuno conosce il suo vero contenuto. Per questa ragione Marovic ha chiesto alla sovrintendenza competente e al ministero della Cultura di Zagabria il permesso di effettuare ancora due immersioni esplorative. “Dato che il Re d’Italia giace a 115 metri di profondità e le immersioni durano anche fino a cinque ore, abbiamo bisogno di un’attrezzatura speciale e di sommozzatori molto preparati”, ha detto Marovic. “Non sappiamo cosa ci sia nella cassaforte – ha spiegato ancora – ma sono dell’opinione che comunque dovrebbe essere portata alla superficie”. Nel caso la leggenda fosse vera, e nella cassaforte ci fossero veramente le centinaia di monete d’oro del valore di 250mila lire dell’epoca, che oggi potrebbero valere alcune decine di milioni di euro, a Marovic spetterebbe un premio del 10 per cento.

Il resto apparterebbe al ministero della Cultura croato, del quale si attende ora il permesso per tentare di estrarre la cassaforte, probabilmente l’estate prossima. Il relitto del Re d’Italia è stato individuato dallo stesso Marovic nella primavera del 2005, al largo della costa dalmata, sette miglia nautiche a nord-est dell’isola di Lissa. Il 16 luglio 1866 la regia flotta italiana salpò da Ancona diretta a Lissa, dove progettava di sbarcare, e bombardò i forti sulle colline dell’isola. Quattro giorni più tardi però, il 20 luglio del 1866, sopraggiunse la squadra navale austroungarica agli ordini dell’ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff. Ebbe così inizio la battaglia di Lissa, conclusasi con una drammatica sconfitta della flotta italiana. Il Re d’Italia fu speronato e affondato e scomparvero in mare 27 ufficiali e 364 tra sottufficiali e marinai, mentre solo 167 uomini poterono essere tratti in salvo.

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