Piazza Affari in rosso sul finale. Conte «rassicura» Atlantia

 

Le Borse europee peggiorano e si portano sui minimi di giornata in chiusura, con Piazza Affari che dopo una seduta in solido rialzo ha azzerato i guadagni ed è passata in rosso, complice anche l’ampliarsi dello spread. Le piazze finanziarie del Vecchio Continente sono state condizionate ancora dal tema della guerra commerciale tra Usa e Cina con nuovi dazi americani in arrivo e dalla crisi di Argentina e Turchia. In rosso anche Wall Street, con il Nasdaq e i tech sotto pressione. A Milano il FTSE MIB è stato sostenuto dal forte rialzo di Atlantia (+6% dopo una sospensione in asta di volatilità), che prende fiato dopo le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha spiegato che per la concessione di Autostrade per l’Italia e la ricostruzione del ponte Morandi di Genova «la nazionalizzazione non è l’unica risposta».

Wall Street in rosso con i tech, attenzione a tensioni commerciali
La seduta a Wall Street è condizionata dalla debolezza dei tech ancora in netto calo e con il Nasdaq Composite che si appresta ad archiviare una settimana in calo. Gli investitori restano concentrati sulle tensioni commerciali. A Washington continuano i negoziati tra Usa e Canada su un nuovo Nafta. Dalla capitale americana domani potrebbe arrivare l’annuncio dell’introduzione di nuovi dazi su importazioni cinesi aventi un valore annuo di 200 miliardi di dollari; essi andrebbero ad aggiungersi a quelli da 50 miliardi già introdotti in due tranche tra luglio e agosto. La Cina ha ribadito che sarà costretta a reagire con delle contromisure, come ha sempre fatto. cosa che aumenterebbe le tensioni tra le due potenze economiche mondiali. Dal fronte macroeconomico, le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono scese sui minimi del 1969 (-10mila a 203mila unità) e la produttività nel secondo trimestre è balzata del 2,9%, il tasso più rapido dal 2015. Il costo del lavoro tra aprile e giugno è invece sceso più del previsto (-1%).

A Milano bene Enel, Atlantia corre
Sul FTSE MIB svettano Enel e Atlantia. Quest’ultima è sostenuta dalle parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha spiegato che per la concessione di Autostrade per l’Italia e la ricostruzione del ponte Morandi di Genova «la nazionalizzazione non è l’unica risposta. Valuteremo anche questa soluzione ma non possiamo escludere allo stato che si faccia una nuova gara». Nonostante il recupero odierno, Atlantia perde comunque più del 25% rispetto al 13 agosto, il giorno prima della tragedia di Genova. Seduta positiva per Enel: a fare da traino al titolo è un report di Goldman Sachs, che ha migliorato la raccomandazione da neutral a buy. Gli analisti hanno limato di misura l’obiettivo di prezzo da 5,25 a 5,10 euro per azione, citando «l’ulteriore deprezzamento delle valute in America Latina, per quanto ampiamente bilanciato dall’aumento del potere di prezzo». Ha limato i guadagni sul finale dopo una seduta in positivo Buzzi Unicem, che ha siglato un accordo con Grupo Ricardo Brennand, per l’acquisizione del 50% di Bcpar, controllata da Brennand Cimentos Telecom, per 150 milioni, mentre scende Mediaset dopo avere rilevato il 100% di Rmc Italia. In coda al listino si conferma in calo Stmicroelectronics, alla sua terza seduta di forti cali sulla scia delle pressioni a cui sono sottoposti i tecnologici di Wall Street dopo la testimonianza dei vertici del settore al Senato americano. Dopo la corsa dei giorni scorsi, le banche rallentano il passo, con andamenti deboli per Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Banca Mediolanum e Unicredit. Da segnalare che ieri Fitch ha rivisto a «negativo» da «stabile» l’outlook per cinque banche italiane (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Credem e Bnl), dopo la decisione analoga sull’outlook dell’Italia. I rating a lungo termine restano confermati. Saipemè maglia nera a Piazza Affari, con un calo attorno al 2%. Sul titolo del gruppo petrolifero pesano i realizzi, all’indomani del rally innescato dal report positivo di Morgan Stanley sul settore dei servizi petroliferi.

Telecom rimbalza, attacco Vivendi non spaventa
Telecom Italia si risolleva e rimbalza dopo i cali delle ultime due sedute (mercoledì ha chiuso a -1,45% e martedì era arrivata a perdere il 6%). Gli investitori sembrano dare fiducia alla società, dopo che Vivendi ieri ha emesso un comunicato attaccando la gestione e la governance di Tim. Il gruppo francese ha attaccato Eliott e il Cda parlando di governance «fallimentare», ma il presidente di Telecom Fulvio Conti ha rispedito al mittente le accuse, sottolineando che a penalizzare il titolo, ai minimi dal 2013, sono le vicende d’Oltralpe e ribadendo l’unità del CdA nell’esecuzione del piano industriale. Secondo Il Sole 24 Ore tra gli obiettivi dell’attacco di Vivendi ci potrebbe essere la volontà di riaccendere una battaglia sul controllo del CdA, vista la delusione del mercato sulla performance del titolo.

Fuori dal Ftse Mib Carige giù, scivolone Saras
Fuori dal listino principale, Carige è in affanno dopo l’affondo di Malacalza Investimenti, che è salito al 24% del capitale e ha ripreso la via gidiziaria per inibire l’ammissione della lista presentata da Raffaele Mincione all’assemblea della banca. Inoltre, cresce Salini Impregilo che ha ottenuto una commessa in Perù per il nuovo aeroporto di Lima. Seduta da dimenticare per Saras, che è arrivata a perdere più dell’11% dopo che la famiglia Moratti ha lanciato un collocamento di azioni della società, pari a circa il 10% del capitale.

Spread in recupero sul finale, rendimenti sotto il 3%
Dopo l’avvio piatto e la seduta in netto calo, lo spread tra i BTp scambiati sul secondario telematico Mts e i Bund è live recupero in area a 255 punti. I BTp in questi giorni stanno continuando a beneficiare delle rassicurazioni degli esponenti del Governo Conte sul rispetto dei vincoli di bilancio europei nella messa a punto della prossima manovra economica. Secondo alcune fonti di stampa, si va verso un aggiustamento nella legge di bilancio per circa 25-30 miliardi di euro con un deficit/Pil al 2019 tra il 2 ed il 2,5%.

Euro sopra quota 1,16 dollari, petrolio in calo
Sul mercato dei cambi l’euro si conferma sopra quota 1,16 dollari mentre il petrolio dopo una mattinata in rialzo ha preso la via del ribasso: il Wti dopo aver sfiorato i 96 dollari al barile è sceso rapidamente mentre il Brent è sotto i 77 dollari. Oggi sono stati pubblicati i dati Eia su scorte e produzione di greggio Usa, che hanno registrato un calo maggiore delle stime delle riserve di greggio ma hanno visto un aumento degli stock di benzina.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

 

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