Conte in corsa per una cattedra universitaria: “Ma rinuncio, non farò l’esame per un impegno istituzionale”

ROMA. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in corsa per una cattedra universitaria: quella di diritto privato alla Sapienza di Roma. La notizia della domanda di partecipazione, arrivata nel pomeriggio, rimbalza fino a sera quando lo stesso presidente del Consiglio dice: “Non andrò a sostenere la prossima prova, lunedì, per impegni istituzionali”. La domanda risale all’inverno scorso, per la precisione a metà febbraio, quindi ben prima non solo dell’incarico di premier ma anche delle elezioni politiche. E riguarda la cattedra lasciata libera dal professor Guido Alpa – ex collega del presidente del consiglio – andato in pensione. Si tratta di un concorso per titoli per professori ordinari (e Conte lo è già a Firenze).

Il premier avrebbe dovuto sostenere un esame di inglese legale il prossimo lunedì 10 settembre, dovendosela vedere con altri tre candidati. E il suo curriculum aveva già superato una prima selezione per titoli: valutata agli inizi di agosto e poi il 4 settembre. “Gli impegni istituzionali mi impongono di riconsiderare questa domanda” di “trasferimento” alla Sapienza”, ha detto. “A inizio anno si era avviata una procedura di trasferimento all’università di Roma, alla Sapienza, confesso che feci domanda, perché, anche avendo un bambino piccolo, ero interessato al trasferimento, ma mia nuova veste mi impone di riconsiderare questa mia posizione”.

Conte in corsa per una cattedra universitaria: "Ma rinuncio, non farò l'esame per un impegno istituzionale"

La notizia è stata segnalata da Politico.eu – versione europea della testata statunitense – e rilanciata sui social da Alessia Morani, deputata del Pd, che attacca: “Un premier a mezzo servizio che tratta il governo del Paese come un dopolavoro. Conte concorre per una cattedra universitaria in conflitto di interessi?”

Politico ha presentato Conte come un professore sottratto a un sostanziale anonimato della cattedra all’università di Firenze per andare a dirigere la nazione, alla guida di una coalizione formata da Lega e Cinquestelle. Sostendendo che il concorso – nel ruolo di premier – sarebbe contro le norme vigenti. Contro lo statuto della Sapienza e contro una normativa del 2010 che riguarda i funzionari pubblici. Mettersi in aspettativa sarebbe sufficiente? La materia, sul piano giuridico, è controversa.

Politico ricorda come, proprio nei giorni scorsi, il ministero dell’Università ha lanciato una campagna contro i concorsi truccati (riferimento all’incarico affidato all’ex Iena, Dino Giarrusso). “Se quanto riporta Politico Europe è vero, siamo di fronte ad una violazione di legge ed un conflitto di interessi da parte del premier Conte”, attacca ancora Morani. Politico cita anche due precedenti, quelli di Vincenzo Visco e Oliviero Diliberto che ebbero cattedre all’università durante l’incarico. Ma sostiene che allora non si trattava di un illecito mentre nel frattempo le regole sono cambiate.
REP.IT

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