Si cerca la quadra sulla Rai Berlusconi e la Lega trattano
Un passo avanti, uno indietro e magari poi di lato. È un delicato minuetto, quello che la politica danza attorno al cavallo di Saxa Rubra, in una Rai che ancora attende lo sbloccarsi di una situazione che diventa insostenibile con l’inizio dei palinsesti autunnali.
Basti considerare che ci sono tre testate senza direttore: Raisport, Radio e Tgr («non si può più andare avanti ad interim, necessitano piani editoriali», preme l’Usigrai). Senza guida anche il cruciale settore della pubblicità, il cui interim è detenuto da Antonio Marano, funzionario di fiducia del centrodestra.
La stasi ha costretto qualche giorno fa l’ad Fabrizio Salini a chiedere al Ministero dello Sviluppo una proroga di sei mesi per le scadenze riguardanti il contratto di servizio. Ma è chiaro che in settimana, con una convocazione della commissione di Vigilanza per giovedì – chiesta perché il governo «batta un colpo», dice il portavoce di Forza Italia, Giorgio Mulè – si andrà verso un epilogo. Resta lampante che la madre di tutte le soluzioni sta nell’elezione del presidente e che il pallino di un accordo che riproponga Marcello Foa sta nelle mani del centrodestra. Se fino all’altro giorno sembrava cosa fatta, con un incontro dato per imminente tra Salvini e Berlusconi, il precipitare delle questioni giudiziarie che attanagliano la Lega ha riportato indietro le lancette.
Non senza che la veemente presa di posizione del ministro dell’Interno contro la magistratura sia stata accolta ad Arcore e dintorni come dimostrazione di una sintonia mai cessata, di un filo da tessere. Quello che sembrava elemento di distinzione tra Lega e M5S, con apertura di una crepa nel governo, pare però essere rientrata l’altra notte, durante un incontro tra i due vicepremier. Di Maio ha voluto mostrare all’alleato di governo il proprio sostegno, ma anche fargli capire che quella dell’attacco alla magistratura non sarebbe stata una strada percorribile senza mettere a rischio la tenuta stessa del governo. La difesa d’ufficio della magistratura è toccata perciò al guardasigilli Bonafede, con una dichiarazione che è stata però giudicata da Forza Italia anche abbastanza sgradevole, visto che ha tirato in ballo seconda Repubblica e Berlusconi. «Non possiamo tornare a quello», hanno voluto rimarcare i grillini. A Salvini non è rimasto che abbozzare in una retromarcia che potrebbe avere qualche ripercussione nei rapporti con il Cav. Forse persino su quell’intesa ormai vicina che avrebbe visto il ritorno della candidatura Foa, votata sia da un Cda Rai ancora da convocare, sia dalla Vigilanza grazie agli indispensabili voti di Forza Italia. I pareri legali chiesti nelle scorse settimane da Salvini blinderebbero questa possibilità rispetto agli sbandierati annunci di ricorsi da parte del Pd. «La legge non prevede un secondo voto in Vigilanza sullo stesso nome, ma neppure lo esclude», assicurano gli uomini del Carroccio. In cambio dell’elezione di Foa, Salvini darebbe via libera all’intesa per le Regionali in Abruzzo e Basilicata, che si dovrebbero tenere in novembre. Una soluzione, quella del centrodestra unito, ora assai più conveniente anche per i leghisti, colpiti come sono tanto nella cassa quanto, probabilmente, nella riproposizione del loro storico simbolo.
IL GIORNALE
This entry was posted on domenica, Settembre 9th, 2018 at 09:04 and is filed under Politica. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.