Ponte, il governo è in tilt e sforna un “decretino”
E ra atteso per oggi. A un mese esatto dal crollo del ponte Morandi. Il decreto per Genova, però, non c’è.
Il Consiglio dei ministri, che si è tenuto ieri pomeriggio, ha deciso di far slittare la pubblicazione del provvedimento con carattere d’urgenza. Palazzo Chigi ha comunque inserito alcune norme riguardanti proprio Genova nel «Decreto Emergenze».
La bozza arrivata a Palazzo Chigi conteneva non soltanto norme che servono per aiutare le vittime e gli sfollati ma anche per sostenere tutto il comparto produttivo genovese che dalla tragedia del 14 agosto ha visto radicalmente mutato il suo assetto. Uno dei nodi chiave, che ha impedito al governo di arrivare alla sua approvazione, è quello del Commissario per la ricostruzione. Il premier Conte aveva proposto la nomina diretta del Commissario già nel documento arrivato ieri sul tavolo dei Consiglio dei ministri. La scelta, dopo i veti espressi sul sindaco di Genova e sul governatore della Liguria, è caduta sul sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi (Lega), genovese. Sul suo nome però non c’è ancora la totale disponibilità dei grillini ecco perché la nomina è slittata.
Nella bozza vengono comunque dati pieni poteri al Commissario, che avrebbe il ruolo di stazione appaltante, mentre resterebbe esclusa Autostrade per l’Italia proprio dalla ricostruzione del ponte, sia nella progettazione che nei lavori. Il Commissario, chiunque sarà, avrà pieni poteri. E si appoggerà per tutte le necessità agli uffici tecnici e amministrativi del Comune di Genova.
Il decreto Emergenze intanto individua una larga area che usufruirà di aiuti sia di natura economica (finanziamenti) che fiscale. Il Commissario avrà anche il compito di redigere un piano contenente interventi per le infrastrutture di viabilità e trasporti, nonché di «parcheggi, logistica, intermodalità, riqualificazione urbana, risanamento della qualità dell’aria». Tutte le aziende o società o esercizi commerciali che hanno una sede genovese che abbia perso dal giorno del disastro alla fine del 2018 una perdita superiore al 25% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2017, beneficeranno di alcune esenzioni di carattere fiscale (come l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali sulle retribuzioni dei dipendenti o come l’esenzione dall’imposta regionale sulle attività produttive e quella municipale per gli immobili presenti nella già citata «zona franca urbana»).
Al termine del Consiglio, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha sottolineato uno dei punti essenziali del decreto: l’istituzione di un’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali. Con la creazione di questa nuova agenzia saranno anche assunti 250 giovani ingegneri che verranno inviati su tutto il territorio nazionale per controllare lo stato di salute dei viadotti. «Passiamo dalla logica dell’emergenza alla logica della prevenzione», ha concluso il ministro Toninelli che ha fatto cenno anche ai pedaggi autostradali. Il prossimo decreto sulle concessioni infatti «prevederà un controllo anche sulle tariffe in essere e non solo su quelle future, quindi è possibile che in alcuni casi queste possano pure diminuire».
IL GIORNALE
This entry was posted on venerdì, Settembre 14th, 2018 at 08:19 and is filed under Cronaca. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.