Genova, 14 settembre 2018 – Genova, 14 agosto. Ore 11.36. Il ponte Morandi dell’A10 che attraversa il torrente Polcevera cede all’improvviso. Una trentina di auto e camion precipitano per 80 metri: è una strage. Quarantatré i morti e altrettante le famiglie che pretendono giustizia. “Noi chiediamo solo la verità” ripete oggi Giuseppe, padre di Luigi Matti Altadonna, una delle vittime. E la giustizia “è la prima cosa”, secondo il governatore della Liguria Giovanni Toti, mentre il presidente della Repubblica, in un intervento su Stampa e Secolo XIX, parla di ricostruzione .”Ritrovare la normalità” è “una speranza che va resa concreta – dice il Capo dello Stato. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza”. La città “non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti”.

LA COMMEMORAZIONE  – Alle 11,36 con il cielo lacerato dalle sirene delle navi e dai 43 rintocchi delle campane, oggi Genova si è fermata: i negozi hanno abbassato le saracinesche, taxi e bus hanno spento i motori, la gente in strada si è fermata in raccoglimento. Sotto il moncone del viadotto rimasto ci sono le autorità (il governatore Toti, il sindaco Bucci, il prefetto Fiamma Spena, il vicario mons. Anselmi, il sottosegretario Rixi e il presidente del consiglio Regionale Alessandro Piana) insieme con i parenti delle vittime e alcuni sfollati. Gli occhi sono rivolti verso l’alto, le mani sul cuore, gli occhi rigonfi di lacrime. Intanto in piazza De Ferrari, i figli delle vittime insieme a decine di giovanissimi atleti genovesi, danno vita a un girotondo.

VIDEO / 43 rintocchi per commemorare le vittime del ponte Morandi

TULLIO SOLENGHI SI COMMUOVE – Le commemorazioni sono continuate nel pomeriggio, sempre in piazza De Ferrari, gremita di gente, dove poco dopo le 17 sono arrivati il sindaco Bucci e il governatore Toti, accolti dagli applausi. “Per noi genovesi il crollo del Morandi è stata una tragedia terribile – ha detto il primo cittadino -. Come ground zero per New York, città che ha saputo uscire dal disastro molto bene. Noi vogliamo fare la stessa cosa”. Tullio Solenghi si commuove ricordando una per una le 43 vittime e le loro vite.

Genova un mese dopo. Il videoracconto di una città spezzata che vuole ripartire

L’inchiesta, la demolizione, la ricostruzione: un mese dopo la tragedia, ecco a che punto siamo.

IL DECRETO – Partiamo dall’ultimo atto. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il ‘decreto urgenze‘, che prevede fra le altre cose, l’istituzione a Genova di una Zona economica speciale (Zes) e di una Zona logistica speciale per il porto. Ci sono poi esenzioni fiscali per chi ha immobili o attività nella ‘zona rossa’ e la sospensione delle notifiche di cartelle e della riscossione sino alla fine del 2019. Il decreto è stato “condiviso” dal governo, ha precisato oggi Toninelli dopo che si è parlato di contrasti con la Lega in merito alla ricostruzione.

LA DEMOLIZIONE –  Il Governatore della Liguria Giovanni Toti (Forza Italia) è stato nominato Commissario all’emergenza. Finora Toti si è occupato degli sfollati e ha diretto con efficienza i primi interventi utilizzando anche i servigi di Autostrade per l’Italia che si mette a disposizione. Toti detta i tempi per la demolizione, che dovrebbe partire alla fine di settembre. Il troncone di Levante verrà fatto crollare con cariche controllate di dinamite in una sola giornata. Purtroppo porterà con sé circa 250 appartamenti dei palazzi sottostanti. Il troncone di Ponente invece verrà demolito in una ventina di giorni utilizzando due gru.

VIDEO Bucci: “Non c’è nome commissario? Ci sarà nel prossimo Dl”

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LE INCOGNITE DELLA RICOSTRUZIONE – Nel governo non ci sarebbe accordo né sulla scelta del commissario per la ricostruzione né sui soggetti a cui affidare l’appalto. Nel decreto di ieri infatti non ci sono indicazioni in questo senso. Toninelli fino a pochi giorni fa insisteva indicando Fincantieri che è però società non più in mano pubblica e quotata in Borsa. Negli ultimi giorni è spuntato il nome di Italferr. Dopo il crollo si era fatto avanti l’archistar genovese Renzo Piano mettendo a disposizione gratuitamente un progetto molto suggestivo per un ponte in acciaio ‘che dovrà’ durare mille anni’.

AUTOSTRADE PER L’ITALIA E L’INCHIESTA – Aspi, società che fa capo a Atlantia e alla famiglia Benetton, è concessionaria di circa la metà (3.000 chilometri) della rete autostradale italiana: gestiva anche il tratto dell’A10 crollato. E’ salita subito sul banco degli imputati: è mancata la manutenzione? Non sono stati fatti lavori che erano urgenti? Lo stabilirà l’inchiesta aperta dalla procura di Genova che ha al momento indagato 20 persone  (il parterre potrebbe ampliarsi presto), tra cui personale di Autostrade, provveditorato delle Opere pubbliche, società Spea e della direzione Vigilanza sulle concessionarie del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Gli interrogatori sono già cominciati.

LA POLITICA – Dopo il crollo, Autostrade ha messo subito sul piatto 500 milioni di euro per rispondere alle necessità più impellenti delle famiglie, per ripristinare la viabilità genovese e avviare la ricostruzione. Ma il governo ha deciso che la concessione ad Aspi deve essere immediatamente tolta e ha avviato la procedura per la revoca, nonostante lo Stato rischi salatissime penali. Toninelli e Di Maio parlano apertamente di nazionalizzazione, mentre Salvini e Conte frenano. S’infiamma la battaglia politica sulle concessioni, la loro durata, i vantaggi per i concessionari, i pedaggi, i soldi non spesi. Ma anche sui mancati controlli da parte del Ministero dei Trasporti ora diretto da Danilo Toninelli e, fino a qualche mese fa, da Graziano Delrio, sulle responsabilità dei funzionari e degli ingegneri preposti ai vari livelli nazionali e locali, pubblici e privati.

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