Matteo Salvini incontra Silvio Berlusconi: al centro Rai e futuro del centrodestra
Dopo la telefonata dei giorni scorsi, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini torneranno ad incontrarsi a circa un mese di distanza. Complice la partita del Milan, domani sera il segretario della Lega e il Cavaliere si vedranno per discutere non tanto delle questioni più imminenti come il nodo sulla presidenza della Rai, ma, nelle intenzioni del leader di FI, la riunione dovrebbe servire anche a rinsaldare l’ alleanza di centrodestra che, con la Lega al governo insieme al M5S, è perennemente messa in discussione.
Gli argomenti non mancano, così come la necessità di fare chiarezza in vista delle elezioni regionali e di quelle europee: vero banco di prova per ‘pesare’ la forza di ciascun partito.
Un primo riavvicinamento tra Lega e FI si era già avuto con il voto del Parlamento europeo sulle sanzioni ad Orban. Sia gli azzurri, sia il Carroccio infatti hanno votato contro a differenza del M5S che invece si è schierato a favore. Ed è proprio sulla ritrovata sintonia che il Cavaliere farà perno per sottolineare a Salvini che non avrebbe senso rompere il centrodestra in vista degli appuntamenti elettorali. Il vicepremier però varcherà il cancello di Arcore forte dell’ ultimo sondaggio che attesta il suo partito saldamente in testa non solo all’interno della coalizione (il Carroccio è al 32% mentre FI viene data all’8,5%) ma soprattutto conferma il primato della Lega sui pentastellati. Numeri che Salvini è pronto a far pesare nella scelta delle candidature per le prossime elezioni e che di fatto rappresentano come il centrodestra sia innegabilmente a trazione leghista.
Le distanze tra i due partiti certo non svaniranno, ma in questa fase FI non ha nessuna intenzione di distinguersi e lasciare che la Lega corra da sola alle regionali. Chi è convinto che il centrodestra debba presentarsi unito è il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani che osserva come “in tutte le Regioni” si debba andare “insieme a Lega, FdI e liste civiche”.
Parole, quelle del vicepresidente di FI, a cui fanno eco quelle di Anna Maria Bernini che prende come esempio la Basilicata dove sono in corso gli Stati generali del partito per definirla “un laboratorio in cui dimostrare di poter vincere la partita con un centrodestra unito”. Le candidature alle regionali d’altronde potrebbero essere una delle contropartite che Berlusconi potrebbe chiedere all’alleato in cambio del via libera a Marcello Foa alla presidenza della Rai. I voti di FI sono determinanti in Commissione di Vigilanza convocata la prossima settimana e nonostante il rischio di una pioggia di ricorsi (come messo in chiaro dal Pd) Salvini non sembra intenzionato a cambiare cavallo.
Al riguardo della legittimità della riproposizione della candidatura alla presidenza della Rai di Foa, lo stesso giornalista ha affermato che “ci sono molte rassicurazioni di giuristi di alto livello; secondo tanti giuristi non c’è nessuna norma che lo vieti, e dunque, con il quadro che si va delineando per il secondo voto della Vigilanza, tutto indica che la situazione sia perfettamente in regola”. Foa ha anche sottolineato come nella vicenda, “al momento, c’è stato uno stop che non è da considerarsi una bocciatura, perché non è stato raggiunto il quorum dei votanti al primo turno”. Il consigliere Rai ha proseguito dicendo che “il fatto che la Vigilanza rivoti e ristabilisca le condizioni senz’altro è un ulteriore elemento di rassicurazione”. “Dunque – ha concluso -, non c’è alcun rischio che le cose non siano in regola”.
E sempre a proposito di Tv, il Cav non mancherà di chiedere al vicepremier spiegazioni sulle intenzioni del M5S circa il tetto per la pubblicità: una proposta del sottosegretario con delega all’editoria Vito Crimi che in un’intervista a “Il Fatto quotidiano” ha annunciato senza giri di parole che per “Berlusconi la pacchia è finita”. Scatenando la protesta del vertice azzurro, mentre la Lega ha preferito non commentare. Spetterà dunque domani sera a Salvini chiarire al proprietario di Mediaset le reali intenzioni della Lega sul punto.
L’HUFFPOST