Un Mondo in guerra: i 22 fronti più caldi
di Domenico Affinito e Milena Gabanelli
Nel 2001 nel mondo c’erano 18 milioni di sfollati. Oggi, a causa di guerre, violenze e persecuzioni sono 68,5 milioni. In sedici anni,
secondo l’Unhcr, sono aumentati di oltre il 280%. Segno di un numero sempre maggiore di crisi e della non risoluzione di quelle già in corso.
Il 2017
Il 2017 ha rappresentato un nuovo record negativo per il quinto anno consecutivo: 2.9 milioni in più rispetto al 2016 (nel 2016 erano 65,6 milioni), l’aumento maggiore registrato dall’Unhcr in un solo anno. Altri 13,3 milioni sono stati costretti a scappare nuovamente per un totale di 44.400 persone al giorno.
Nel 2017 solo circa cinque milioni di persone hanno potuto tornare alle loro case, la maggior parte delle quali erano sfollate all’interno del proprio paese.
Le tipologie di profughi +
Dove va chi scappa dalla guerra
Dei 68,5 milioni profughi circa 40 milioni sono sfollati interni, gli altri 28,5 milioni si sono rifugiati in altri Paesi. Di questi l’85% si trova in Paesi in via di sviluppo, limitrofi al proprio, e molti di loro vivono in condizioni di estrema povertà e senza un sostegno adeguato da parte del Paese ospitante.
In numeri: 4.526.568 sono scappati verso paesi stabili (meno del 16% del totale). Gli Stati Uniti ospitano 287.129 profughi e 642.721 richiedenti asilo, mentre l’Europa ospita 2.602.942 profughi e 993.776 richiedenti asilo. L’Italia, con 354.698 profughi e richiedenti asilo, è il terzo Paese Eu in termini di ospitalità dopo la Germania (1.413.127) e la Francia (401.729).
La Turchia è il principale paese ospitante al Mondo con una popolazione di oltre 3.5 milioni di rifugiati, per lo più siriani, mentre il Libano ha ospitato il maggior numero di rifugiati in rapporto alla sua popolazione nazionale (998.900). E da questi numeri sono esclusi milioni di persone che fuggono dalla miseria generata dall’instabilità.
La situazione oggi nel Mondo
Secondo l’International Crisis Group a fine luglio 2018 c’erano almeno 77 focolai di crisi al Mondo concentrati maggiormente nel Nord e Centro Africa e nel Medio Oriente e in Asia.
Le instabilità portano miseria che a sua volta genera un esodo parallelo verso i Paesi industrializzati, i cosiddetti migranti economici. L’Africa è un tema di strategia geopolitica mondiale che l’Europa non può gestire da sola, né può essere trattato dal buco della serratura, tentando di fermare il vento con le mani. Nel Mondo c’è bisogno di una nuova Yalta.
CORRIERE.IT
This entry was posted on mercoledì, Settembre 19th, 2018 at 06:40 and is filed under Cronaca. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.