Arriva il reddito minimo? Addio agli altri sussidi
Trovare le coperture. È questa l’ossessione di via XX Settembre. M5s e Lega bussano alle porte del Tesoro per chiedere le risorse per finanziare i provvedimenti più importatnti del contratto di governo come il reddito di cittadinanza, la flat tax e il superamento della Fornero.
Tria sta cercando, non senza difficoltà di accontentare le due anime del governo ma la strada è in salita. Soprattutto per il reddito di cittadinanza.
I Cinque Stelle hanno chiesto un deficit che va oltre il 2 per cento e 2,7 miliardi dal Rei, il reddito di inclusione del governo gentiloni. In totale otterbbero un tesoretto da 10 miliardi per finanziare il reddito minimo. Ma il piano dei Cinque Stelle di fatto non sarebbe gradito dalle parti del Tesoro che starebbe pensando ad un piano B per non far lievitare l’asticella del deficit. E come riporta ilMessaggero questo piano d’appoggio chiamerebbe in causa gli altri sussidi come ad esempio la Naspi nata dal Jobs Act e la social card.
Due cesti da cui attingere che potrebbero portare nelle casse circa 5 miliardi da reimpiegare nel reddito di cittadinanza. Infine un altro punto spinoso è quello dei coefficienti che vanno a determinare l’entità del sussidio. Un povero che vive da solo ha diritto a 780 euro, una famiglia povera avrebbe diritto a 1638 euro. E così a giocare una partita detemrinante sarà l’estensione della platea dei beneficiari. Di Maio e Salvini sono stati chiari: “Il reddito di cittadinanza spetta solo agli italiani”. ma questa posizione potrebbe esporre il provvedimento a rilievi di costituzionalità. Così toccherà al governo limare i provvedimenti per renderli poi strutturali nella manovra.
IL GIORNALE
This entry was posted on domenica, Settembre 23rd, 2018 at 17:50 and is filed under Economia - Lavoro. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.