Francia, Macron lancia un maxi taglio fiscale da 25 miliardi. Il deficit salirà al 2,8%

di FLAVIO BINI

MILANO – Meno tasse e (un po’) più di deficit.  È questa la ricetta che il governo francese mette in campo per il prossimo anno. Per il 2019 è previsto un taglio delle tasse pari a 24,8 miliardi di euro, nel tentativo di dare impulso all’economia e creare più posti di lavoro. Nel dettaglio, le tasse sulle famiglie saranno ridotte di 6 miliardi di euro, quelle alle aziende di 18,8 miliardi. Per finanziare la misura, il piano del governo prevede un aumento dl deficitdal 2,6% del Pil di quest’anno al 2,8% l’anno prossimo, a fronte di una crescita stimata per il 2019 all’1,7%.

Parigi sceglie così di posizionarsi appena al di sotto del tetto del 3%, vicino ai livelli auspicati negli ultimi giorni da alcuni esponenti della maggioranza gialloverde, che puntano a spostare l’asticella del deficit nel 2019 ben oltre il 2% e lontano dall’1,6% caldeggiato dal ministro Tria. Da ultimo lo stesso Di Maio che in queste ore auspica di “fare come la Francia”, cioè ricorrere a maggior deficit per finanziare la prossima Manovra.

Francia, Macron lancia un maxi taglio fiscale da 25 miliardi. Il deficit salirà al 2,8%

A differenza dell’Italia però Parigi vanta un debito pubblico sensibilmente più basso del nostro, al 98,7% secondo i nuovi dati francesi, e prevede per il 2019 una diminuzione al 98,6%. Di Maio ha invece indicato che si potrà far “rientrare il debito” fra uno “o due anni”. Tradotto: lasciarlo salire quest’anno.

La Francia gode poi di un margine di manovra più ampio rispetto a noi. I titoli di Stato francesi sono visti dal mercato con maggiore fiducia da parte degli investitori, con lo spread rispetto ai bund tedeschi a 32 punti contro i 240 di oggi dei nostri Btp. Il rendimento dei bond decennali di Parigi si attesta allo 0,82%, quello sugli omologhi italiani al 2,81%. Finanziarsi sul mercato è quindi meno oneroso rispetto a quanto accade per l’Italia: nel 2018 il Def di aprile stimava una spesa per interessi sul debito al 3,5% del Pil (anche se tra crescita rallentata e tensioni estive sullo spread la cifra è destinata ad aumentrare), mentre per Parigi il dato si attesta vicino all’1,7%.

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