Versace in vendita a Michael Kors. Donatella resterà nella società
di SARA BENNEWITZ
MILANO – Rivoluzione in casa Versace. Domani è atteso infatti l’annuncio di un accordo per la vendita della maison di moda, oggi in mano all’80% della famiglia Versace e al 20% del fondo Blackstone. L’acquirente è Michael Kors, che due anni fa aveva già acquistato Jimmy Choo, e che da tempo sta cercando di formare un polo del lusso americano, che si contrapponga ai colossi francesi Lvmh e Kering, e Versace da sempre è griffe molto rinomata nel mercato a stelle e strisce.Sia Donatella che sua figlia Allegra resterebbero nella società, anche con una quota.
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Quanto potrebbe valere la società in caso di vendita? Blackstone, che in passato aveva spinto per la quotazione sul mercato, aveva valutato la società 1,1 miliardi di euro, l’asticella dell’operazione potrebbe quindi pendere più verso questa soglia che sui 2 miliardi di dollari valutazione invece più gradita alla famiglia. II dossier sarebbe in mano alla banca d’affari Usa Goldman Sachs, mentre la famiglia Versace avrebbe scelto lo studio Chiomenti per la parte legale.
Il gruppo fondato da Gianni Versace è controllato dalla Givi della famiglia Versace all’80% mentre il restante 20% è del fondo Blackstone). A sua volta la Givi fa capo per il 30% al fratello di Gianni, Santo Versace, per il 20% a Donatella che della maison è anche direttore creativo, e per il restante 50,01% a Allegra Versace Beck, figlia di Donatella e nipote prescelta dallo stilista che ha creato la maison.
Il fondo di private equity americano aveva investito nel capitale del gruppo all’inizio del 2014, con un accordo di put nei confronti della famiglia per ricomprarsi la quota, procedere al collocamento in Borsa oppure rivendere a un terzo l’intera società. E proprio Blackstone insieme alla famiglia Versace, avrebbe gestito la trattiva con il nuovo acquirente americano. Nonostante il rilancio compiuto negli ultimi 4 anni, i numeri della maison, che ha chiuso lo scorso anno con solo 15 milioni di profitti, non hanno reso possibile procedere alla quotazione. Sbarcando sul mercato con ricavi comunque fermi da anni introno a quota 700 milioni, e con utili e margini ridotti, sarebbe stato difficile estrarre valore dal marchio.
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