Se il reddito di cittadinanza nasconde la patrimoniale

La coperta è corta: anzi, cortissima. Sebbene il vicepremier Luigi Di Maio abbia sostenuto senza timore di apparire ridicolo che un buon ministro dell’Economia i soldi quando servono in qualche modo li trova, per Giovanni Tria non è facile reperire le risorse necessarie a soddisfare tutti.

E così ecco che si profila una tassa nominalmente «piatta» ma di fatto con tre aliquote (e la massima è al 43%!), un’autonomia per Veneto e Lombardia che non riduce di un solo centesimo la penalizzazione attuale e, infine, un reddito di cittadinanza che interesserà solo una platea minuscola.

In particolare, secondo quanto ha riferito La Stampa, si sta studiando di escludere dall’elenco dei beneficiari del nuovo assegno di disoccupazione quanti hanno un’abitazione. Nei fatti, si tratta di una patrimoniale implicita a danno dei redditi più modesti e, in sostanza, di chi ha risparmiato e si è comprato una casa con maggiore fatica. E va ricordato che sono anni che si colpisce il mattone, come attesta il crollo dei valori immobiliari.

Ora ci si è inventati la Iuc (che raccoglie Imu, Tari e Tasi), ma oltre a questa nuova imposta rimangono sempre l’Irpef, l’imposta di registro e mille altri balzelli che scoraggiano il risparmio. Il messaggio che questo aiuto riservato a chi vive in affitto manderebbe ai cittadini è semplice: non soltanto è una buona cosa non lavorare e nemmeno cercare un lavoro, perché tanto c’è Pantalone che distribuisce assegni, ma pure risparmiare e aprire un mutuo può essere penalizzante e, alla fine, controproducente.

L’operazione del governo è tutta politica: si cerca di portare a casa qualcosa, dopo aver promesso mari e monti, anche se non è possibile moltiplicare i pani e i pesci. E siccome non vi è modo di realizzare quel che si è annunciato, si restringe l’area dei beneficiari. La scelta di escludere quanti hanno redditi modesti ma hanno comunque una casa (o anche, semplicemente, la stanno facendo propria versando rate mensili a una banca) rischia comunque di essere un boomerang per i partiti di governo. Esattamente come lo furono gli 80 euro di Renzi, che con quella misura ha aperto la strada all’assistenzialismo del governo attuale.

Per giunta, la sensazione è che il M5s abbia in mente un’umanità di persone senza lavoro (da sovvenzionare) e senza casa (da ospitare in alloggi pubblici). Una società dipendente dalla politica e, anche per questo motivo, incapace di esprimere una propria posizione e difendere le proprie libertà.

IL GIORNALE

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