Roma – E’ ancora caos sul decreto per Genova, dove il problema delle coperture divide il governo che però in serata ha fatto sapere che il provvedimento “arriverà entro domattina” al Quirinale per la firma. “Lo sto aspettando come lo stanno aspettando i genovesi, non ho capito in giro per quale ministero sia, ma arriverà”, temporeggia Salvini.

A dodici giorni dal varo in consiglio dei ministri, la Ragioneria dello Stato ha giudicato il testo “molto incompleto” e “senza alcuna indicazione di oneri e coperture”. Il presidente della Liguria Giovanni Toti sostiene che sia più opportuno ritirare il dl e ricominciare.

Toti avverte che l’impianto concordato con il governo non deve cambiare. “Non vorrei vedere regredire il Decreto Genova a un decretino, per esigenze di cassa o per sottovalutazione del problema. Ci dispiacerebbe, così come riterremmo inaccettabile che le aziende e i cittadini che attendono un risarcimento dovessero, da una normativa statale che si sovrappone a quelle locali, essere aiutati meno rispetto a percorsi di Regione e Comune”, ha detto il presidente della Regione Liguria.

Poi sollecita lo sblocco dei fondi per il Terzo valico, diversamente “sarebbe devastante per la Liguria”. Gli fa eco su Fb il viceministro alle Infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi, “il Terzo Valico è un’opera fondamentale per la Liguria e per il Paese. Non si può tornare indietro”.

E c’è anche la suggestione di una protesta sotto la casa di Beppe Grillo a Sant’Ilario, tra le iniziative che gli sfollati del ponte Morandi stanno pensando di organizzare per manifestare la propria rabbia per un “decreto Genova” che, a differenza delle promesse del governo, a 43 giorni dal crollo non è ancora stato pubblicato in Gazzetta. Le preoccupazioni riguardano anche la mancanza di un commissario straordinario per la ricostruzione, allungando così i tempi per la demolizione dei tronconi del Morandi e la costruzione del nuovo ponte, ma anche per la possibilità degli sfollati stessi di rientrare nelle case abbandonate a recuperare i propri effetti personali.

Il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, ha parlato intanto dei tempi dell’incidente probatorio per il crollo del ponte. “I tempi della demolizione non dipendono dalla procura. Ci sono i periti nominati dal gip che dovranno fare i loro accertamenti e non è detto che non si possa poi procedere alla demolizione anche prima della scadenza dei 60 giorni. Certo, c’è anche il problema che non è ancora stato presentato un piano da chi ha le competenze”, ha detto.