Il Carroccio lanciato in corsa sulle ammiraglie Rai
La prima nomina dell’era Foa in Rai è una non-nomina. Nel senso che il cda per la prima volta presieduto dal giornalista fortemente voluto da Salvini alla guida della tv di Stato, risolve con un interim ad Alessandro Casarin la questione TgR, ovvero la direzione dei tg regionali vacante in seguito alle dimissioni di Vincenzo Morgante.
Una soluzione provvisoria che, a viale Mazzini, leggono come un segnale che i tempi per il giro di valzer nelle poltrone Rai non saranno fulminei come nelle aspettative. La TgR è una delle direzioni che interessa molto Salvini («La Lega da sempre è molto legata alle testate giornalistiche regionali e uno dei nostri obiettivi è il grande rilancio di tutti i centri di produzione locali e delle sedi regionali» spiega ad Affaritaliani Alessandro Morelli, responsabile Comunicazione della Lega). Se il puzzle delle nomine fosse già pronto, ieri avrebbero nominato un nuovo direttore della TgR in quota leghista, invece fumata nera, o quantomeno grigia.
La partita potrebbe richiedere dunque più tempo anche perché la maggioranza parlamentare che ha votato Marcello Foa non è composta solo da Lega e M5s, ma anche da Forza Italia e Fdi, che quindi avranno anche loro voce in capitolo, benché minore. Più tempo, ma non molto, perché il dossier Rai sta molto a cuore soprattutto a Salvini che vuole lasciare il segno nella «più grande azienda culturale del paese», come vanno ripetendo i leghisti, un tempo sostenitori dell’abolizione del canone Rai.
Il ministro dell’Interno però non vuole accelerare troppo sulle nomine, preferisce sondare, valutare, incontrare giornalisti papabili per una direzione, capire se sono le figure giuste per la «Rai del cambiamento», con un lavoro di scouting che prosegue e che vede nell’agenda di Salvini un colloquio fissato per lunedì prossimo. Tra i professionisti incontrati dal leader della Lega c’è Giovanni Alibrandi, vicedirettore del Tg2. Oltre ai nomi da scegliere, ci sono le caselle più importanti da decidere tra Lega e M5s. Salvini, che ha già ottenuto la presidenza di Foa (sotto attacco dal Guardian che lo insulta definendolo «fake news journalist»), non avrebbe rinunciato al Tg1, «voi avete l’amministratore delegato, che in una scala da 1 a 100 vale 80», avrebbe detto a Di Maio. E proprio oggi i rumors parlando di un faccia a faccia tra i due vicepremier per trovare la quadra sulla Rai. Per il Tg1 il più quotato sembra Gennaro Sangiuliano, non solo per l’esperienza maturata come vicedirettore del primo Tg Rai ma anche per il curriculum da saggista.
I grillini rispondono con Franco Di Mare e Alberto Matano, vicino al sottosegretario grillino, sulla cui quotazione però peserebbero relazioni troppo ravvicinate col mondo renziano. Girandola di nomi per le altre testate e direzioni. Gli ex vertici? Maggioni e Orfeo sono capiredattori in attesa di incarico. L’ex presidente ambisce a guidare il canale Rai in inglese, che però ancora non c’è, mentre di Orfeo si dice che punti a un’aspettativa dalla Rai, per approdare alla Federcalcio come direttore generale. Le relazioni in quel mondo non mancano, a partire dall’amico Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus.
IL GIORNALE