Bancomat o app per spendere il reddito di cittadinanza. Ma chi segnalerà gli acquisti vietati?

Ad aspettarlo sono circa 6,5 milioni di persone che potrebbero spenderlo con il Bancomat e con un borsellino digitale. Non a caso è una delle misure più attese della legge di Bilancio e pilastro del contratto di governo dell’alleanza tra Lega e M5S. Per finanziare il reddito di cittadinanza è stato necessario alzare l’asticella del rapporto tra deficit e ricchezza prodotta ben oltre l’1,6%, valore stimato e caldeggiato a lungo dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria. L’obiettivo 2,4% consente di realizzare il reddito di cittadinanza e le pensioni di cittadinanza con una dotazione di 10 miliardi per il 2019, 11 miliardi per il 2020 e per il 2021, oltre a quelli già stanziati per il reddito di inclusione dal governo Gentiloni, che verrà assorbito dal nuovo sistema. Per l’erogazione dell’assegno sono stabiliti i tempi di massima: nel caso delle pensioni minime di cittadinanza saranno portate a 780 euro dal primo gennaio 2019, mentre i 780 euro del reddito di cittadinanza dovrebbero essere erogati a partire dall’inizio di aprile. Il sussidio spetta al singolo componente del nucleo familiare: sale ad esempio a 1.630 euro in una famiglia con i genitori disoccupati e due figli.

Chi ne ha diritto

M5S e Lega, che non si è mai appassionata alla misura, non hanno ancora definito la platea dei beneficiari. Si parla per ora, genericamente, di persone sotto la soglia di povertà definita dall’Istat con un reddito mensile di 780 euro. Matteo Salvini («Non voglio dare soldi ai fannulloni sul divano» disse), vuole circoscrivere la platea. E i suoi tecnici discutono di una doppia soglia di povertà per accedere al sussidio. Si controllerà, dunque, sia il reddito che il patrimonio del contribuente.

Ma non è chiaro se ci si baserà sugli indici Isee, e se davvero si escluderà la casa di proprietà come chiede il M5S. In cambio del sussidio bisognerà impegnarsi in un percorso di formazione professionale, prestare otto ore di lavoro a settimana nel proprio comune di residenza, e soprattutto valutare seriamente le offerte di lavoro che verranno proposte. Dopo il rifiuto immotivato di tre offerte, infatti, il beneficio del reddito di cittadinanza verrebbe meno.

L’opinione degli italiani sul reddito di cittadinanza (sondaggio Ipsos-Corriere della Sera) L’opinione degli italiani sul reddito di cittadinanza (sondaggio Ipsos-Corriere della Sera)
App e carta Bancomat

Più simile a un ticket che non alla vecchia carta acquisti di tremontiana memoria, il governo punta a configurare il reddito di cittadinanza in uno strumento digitalizzato. La tesserina del Bancomat o una App con borsellino elettronico serviranno per effettuare le spese e gli acquisti utilizzando i 780 euro del sussidio. Il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, punta sulle tecnologie già esistenti e confida che in poche settimane le banche dati di Inps, centri per l’impiego, comuni e centri di formazione siano in condivisione. I tempi potrebbero essere più lunghi e il ricorso alla tecnologia digitale potrebbe rivelarsi meno agevole del previsto. Ad essere coinvolto nel compito di digitalizzare il reddito di cittadinanza è l’ex numero due di Amazon, Diego Piacentini, in veste di Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale. Sebbene il suo mandato biennale, a nominarlo è stato il governo Renzi, sia scaduto il vicepremier Di Maio gli ha chiesto di avviare il lavoro di digitalizzazione nella fase iniziale, quella di identificazione dei potenziali destinatari. Piacentini a novembre rientrerà negli Stati Uniti, ma il suo team per la trasformazione digitale dovrà risolvere un po’ di questioni tecniche. Ricorrere, per esempio, all’utilizzo del bancomat esclude chi non è titolare di almeno un conto corrente bancario. Soprattutto al sud molti destinatari potrebbero esserne tagliati fuori, un limite che vale anche per l’App sul telefonino con un borsellino elettronico.

Le spese vietate

Castelli indica inoltre che il reddito di cittadinanza dovrà finanziare solo alcune tipologie di acquisti interamente tracciati, il sistema dunque dovrà autorizzare un pagamento dopo avere verificato che, per esempio, in un negozio di elettrodomestici si sta acquistando uno scalda biberon e non, per esempio, un televisore al plasma. Va insomma sviluppata una piattaforma di pagamenti dedicata ai beneficiari del reddito di cittadinanza. Servono, dunque, soldi, tempo e l’intervento di un operatore specializzato in servizi di pagamento. Vale ricordare, del resto, i flop della pubblica amministrazione in operazioni come social card e carta d’identità digitale.

I centri per l’impiego

Un ultimo snodo dell’operazione è la riconversione dei centri per l’impiego(Cpi). Una rete di 554 sedi con 8 mila che dovrà affiancare le persone in cerca di lavoro e i disoccupati in percorsi di formazione. Per potenziare i Cip in una piattaforma che guidi questo percorso occorrono però soldi, almeno 800 milioni di euro, nuovo personale più qualificato, e investimenti in tecnologia.

CORRIERE.IT

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