Olimpiadi 2026, l’Italia candida Milano-Cortina. Malagò: “Un progetto innovativo”
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Esulta anche il presidente del Veneto, Luca Zaia: “Questa mattina ho parlato con il presidente del Coni Malagò, il quale mi ha annunciato ufficialmente la sua firma sull’atto di candidatura Milano-Cortina alle Olimpiadi della neve 2026” ha detto all’ANSA. “Siamo ovviamente felicissimi di questa scelta. Ringrazio il governo, il Coni e tutti gli interlocutori che in questi mesi hanno lavorato per questa candidatura che onoreremo lavorando a testa bassa perché rimanga nella storia come un’Olimpiade memorabile. Avanti tutta!”.
“Presentiamo – ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò – un progetto innovativo, in linea con le linee-guida dell’Agenda 2020 e con le nuove norme, che includerà non solo le città di Milano e Cortina ma anche le loro rispettive Regioni, Lombardia e Veneto, entrambe già pronte a supportare la candidatura e a fornire le garanzie”. Qualche dubbio però c’è visto che proprio il Veneto ha dovuto rinunciare ai Mondiali di ciclismo del 2020 perché non riusciva a garantire i 6 milioni di euro necessari per organizzare la manifestazione.
APPENDINO, INCOMPRENSIBILE CANDIDATURA MILANO-CORTINA – E proprio sui problemi finanziari batte il sindaco di Torino. “E’ una candidatura per noi incomprensibile, si tratta di andare a costruire ed edificare dove non ci sono gli impianti, Torino era la meno costosa chi si assume questa responsabilità dovrà spiegarlo al Paese” le parole della Sindaca di Torino Chiara Appendino a margine di una conferenza stampa presso la Camera di Commercio di Torino. “Il Coni porti in votazione i dossier, la candidatura di Torino è ancora in campo. Si entri nel merito dei dossier, si analizzino costi in modo analitico e il Coni si assuma la responsabilità delle proprie scelte”.
E ancora: “Chiederemo conto di questa scelta. Ci venga detto e dimostrato come questa candidatura possa stare in piedi senza risorse economiche e con costi maggiori rispetto alla nostra. Torino con le sue valli c’è, c’è sempre stata. Al Paese qualcuno dovrà spiegare perché si porta avanti una candidatura che prevede di costruire ex novo quando da un’altra parte si poteva fare senza costruire nulla, senza nessuno impatto ambientale, minore impatto economico. Era l’unico modello sostenibile dato che il Cio chiedeva di riutilizzare gli impianti”.