Reddito di cittadinanza, il disastro di Luigi Di Maio: dopo poche ore, rom e immigrati in coda per il sussidio
Metti da un lato una promessa da 780 euro al mese che sta per trasformarsi in realtà. E dall’ altro la completa assenza di regole, parametri, paletti, insomma, di una legge che faccia capire cosa bisogna fare per ottenere il reddito di cittadinanza, chi ne ha diritto e per quanto tempo potrà usufruirne.
Ecco, basta fare un mix di questi due elementi per comprendere quello che i nostri cronisti hanno documentato a Torino, Verona, Roma e Milano. Il caos più assoluto. Sia per chi vuole sapere che per chi deve informare, ma evidentemente non sa cosa dire. Così le paure della vigilia si trasformano in realtà. Per esempio emerge in tutta evidenza che migliaia tra zingari e immigrati sono sicuri di aver diritto al sussidio e quindi sono i primi a presentarsi in fila ai centri per l’ impiego.
Basta infatti essere in una città italiana da almeno 10 anni per aver diritto al reddito. E a Torino e provincia, per esempio, risulta che più di 500 zingari avrebbero i requisiti per ottenere la tessera di mantenimento.
Non solo. Perché l’ altro grande problema sono gli stessi centri per l’ impiego. Che a oggi non sembrano attrezzati neanche per dare informazioni a tutti i potenziali beneficiari, figurarsi se saranno capaci di mettere in atto quelle politiche attive che dovrebbero rappresentare la seconda gamba del progetto ideale del reddito di cittadinanza.
Andranno potenziati, ma ancora a oggi non è chiaro con quali soldi.
Per non parlare dell’ aspetto motivazionale. Del trentenne italiano, a Verona, che interrogato sul suo futuro, ovviamente incolpa lo Stato: «Questa – si chiede – è o non è una Repubblica fondata sul lavoro? E allora se il lavoro non c’ è devono pur darci dei soldi per tirare avanti. Chi non ha un’ occupazione allora cosa fa, deve andare alla carità o morire di fame?». Mentre una donna sulla quarantina che gli è vicino chiarisce: «Ho votato Cinque Stelle perché questa idea è giusta, e adesso la devono realizzare il più in fretta possibile, sennò sono dei pagliacci».
Siamo solo all’ inizio. C’ è il Def, ma manca la manovra e quindi una legge che ci dica come sarà dettagliato il reddito di cittadinanza. Da quest’ inizio però si può intuire che il finale sarà lieto soprattutto per chi ha poca voglia di lavorare.
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