L’avvertimento Ue: “Il Def preoccupa, è da correggere”
La revisione degli obiettivi di bilancio, con il previsto aumento del deficit, «a un primo esame» sembra portare a una «deviazione significativa dal percorso raccomandato dal Consiglio». E ciò è «fonte di grande preoccupazione». Il primo avvertimento ufficiale della Commissione europea al governo italiano è partito ieri sera verso le 20.30.
Una lettera breve, asciutta, per rispondere a quella scritta 24 ore prima dal ministro Giovanni Tria (accompagnata dalla nota di aggiornamento al Def). Ma in quelle due pagine scarse, firmate da Valdis Dombrovskis e da Pierre Moscovici, l’avvertimento è fin troppo chiaro: «Invitiamo le autorità italiane ad assicurare che la legge di bilancio sia in linea con le regole». Perché gli obiettivi fissati nel Def non lo sono. Tradotto: fate un passo indietro.
Nella lettera i commissari ricordano che le Raccomandazioni per l’Italia «sono state approvate all’unanimità dal Consiglio europeo del 28 giugno e adottate dal Consiglio dei ministri Ue il 13 luglio, Italia inclusa». Richiedono un miglioramento del deficit strutturale pari allo 0,6% del Pil nel 2019. E invece Roma prevede un deterioramento del saldo strutturale pari allo 0,8% nel 2019. La differenza è di 24 miliardi (15,5 al netto dello sconto già concesso).
Ovviamente le valutazioni saranno fatte sulla base della manovra, attesa per il 15 ottobre. E quindi «qualsiasi scambio formale avverrà dopo questa data ed entro le scadenze previste dalla legge Ue». Quella che prevede, per esempio, la possibilità di respingere la manovra entro due settimane dal suo invio.
Tra Roma e Bruxelles il clima resta teso. E tra le due anime della maggioranza si sta delineando una differenza d’atteggiamento. Matteo Salvini va avanti dritto per la sua strada: un giorno sì e l’altro pure se la prende con «la gente come Juncker che ha distrutto il sogno europeo e ci ha lasciato le macerie». Una replica alle parole del presidente della Commissione, che aveva detto: «Mi auguro che Salvini non debba mai raccogliere le macerie dell’Italia».
In casa M5S, invece, hanno iniziato ad abbassare i toni. «Io non voglio sfidare nessuno – mette le mani avanti Luigi Di Maio -. Spero che prevalga il dialogo con Bruxelles». In quest’ottica va letta la missione di Roberto Fico nella capitale Ue. Il presidente della Camera arriverà lunedì per una due giorni di incontri con un obiettivo ben preciso: rassicurare l’Europa. L’agenda degli appuntamenti è molto significativa: lunedì vedrà Pierre Moscovici, il giorno dopo avrà invece un faccia a faccia con Juncker.
LA STAMPA